
Pensioni, senza misure dal 2023 tornerebbe la Legge Fornero. Gli scenari possibili
La riforma del sistema pensionistico è uno dei dossier che più rischiano di essere rimandati a causa della caduta del governo Draghi. Senza un intervento, tornerebbe in vigore la Legge n.92/2012, la cosiddetta Legge Fornero. Altre opzioni potrebbero essere la proroga di Quota 102 oppure l'opzione proposta dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che punta sulla possibilità di andare in pensione anticipata a 63 anni, con assegno ridotto

La caduta del governo Draghi rende più difficile portare avanti tutta una serie di riforme da tempo sul tavolo dell’esecutivo. Tra i temi caldi c’è quello delle pensioni. Diversi gli scenari che potrebbero aprirsi senza il varo di un provvedimento specifico
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Era stato lo stesso Draghi a parlarne in occasione delle comunicazioni in Senato dello scorso 20 luglio, che hanno poi portato alla scelta di consegnare dimissioni irrevocabili nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Serve una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”, aveva detto Draghi
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IL RITORNO DELLA LEGGE FORNERO – Se entro il 31 dicembre 2022 non si mettesse a punto un intervento sulle pensioni, si tornerebbe al regime previsto dalla Legge n.92/2012, la cosiddetta Legge Fornero
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La disciplina voluta dall’ex ministra del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Monti, Elsa Fornero, fissa a 67 anni l’età di pensionamento, anticipabile – con taglio dell’assegno – per gli uomini con alle spalle almeno 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne con 41 anni e 10 mesi
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QUOTA 100 – Il regime Fornero era stato superato con l’introduzione in via sperimentale, per tre anni, di Quota 100, fortemente voluta dalla Lega ai tempi del primo governo di Giuseppe Conte. Veniva prevista la possibilità di andare in pensione in presenza di due requisiti: 62 anni di età anagrafica e almeno 38 anni di anzianità contributiva
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QUOTA 102 – Si è poi passati a Quota 102, che innalzava il requisito dell’età anagrafica per poter chiedere il pensionamento da 62 a 64 anni, lasciando immutata la necessità di avere 38 anni di contributi versati

Tra pochi mesi Quota 102 non sarà più in vigore. La sua scadenza è prevista infatti per l’ultimo giorno del 2022. Per questo, senza interventi rapidi, si tornerebbe alla Legge Fornero

GLI SCENARI – Il ritorno alla Legge Fornero è un’eventualità che non piace né ai sindacati né alla maggior parte delle forze politiche. La strada verso l’approvazione di una riforma organica è però ormai stretta tra le tempistiche elettorali

Si potrebbe ad esempio decidere di prorogare temporaneamente Quota 102. Nei mesi scorsi si era inoltre parlato di introdurre la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica

Un’altra proposta arriva dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, secondo cui va in ogni caso superata “la rigidità delle quote adottate finora”, senza però compromettere la tenuta delle casse statali

Sono mesi che Tridico suggerisce un regime pensionistico che permetta di andare in pensione dai 63 anni in su, con almeno 20 anni di contributi. Si riceverebbe però fino ai 67 anni una quota calcolata sui versamenti contributivi effettuati. Dai 67 anni in poi l’assegno sarebbe invece dato dalla somma tra quota contributiva e quota retributiva

I calcoli del presidente dell’Inps prevedono una spesa pubblica di circa tre miliardi di euro in tre anni per questo sistema, contro i 18 miliardi di spesa ipotizzati in tre anni se entrasse in vigore la possibilità di andare in pensione allo scattare del 41esimo anno di contributi versati

Un’altra opzione sarebbe il pensionamento con almeno 64 anni di età e 35 di contributi versati, purché si sia maturato un assegno pari ad almeno 2,2 volte l’importo dell’assegno sociale (468,11 euro al mese per 13 mensilità totali nel 2022)

Sullo sfondo del più ampio dibattito sulla riforma delle pensioni c'è anche l'ipotesi di modificare la normativa relativa a misure come l'Ape sociale, anticipo pensionistico per alcune particolari categorie di lavoratori, e Opzione Donna, dedicata nello specifico alle lavoratrici