Compromesso in Bce: rialzo tassi con scudo anti-spread

Economia

Simone Spina

Il costo del denaro sale allo 0,50 per cento per frenare l'inflazione. Al contempo l'annuncio di un meccanismo per raffredare i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi più vulnerabili. Ma solo se rispettano gli impegni presi con l'Europa sui conti pubblici e il Piano Nazionale di Ripresa. Una mossa che riguarda da vicino l'Italia 

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Un rialzo corposo dei tassi d’interesse bilanciato da uno scudo anti-spread, cioè un meccanismo per soccorrere quei Paesi – come l’Italia – che potrebbero finire nel mirino dei mercati per il loro alto debito pubblico. Questa la soluzione trovata dalla Banca Centrale Europea.

Linea dura sul costo del denaro

Sui tassi d’interessi ha prevalso la linea più dura: per il primo ritocco al rialzo da undici anni, la Banca Centrale Europea ha deciso un incremento di mezzo punto percentuale, il doppio rispetto a quanto ci si attendeva. Il tasso principale, a zero dal 2016, passa così allo 0,50 per cento. Per le nostre tasche, la prospettiva è quella di costi maggiori per avere un finanziamento, come nel caso di un mutuo per la casa. 

La corsa dei prezzi non è finita

Una conseguenza che è già realtà, perché un aumento per ridurre la corsa dei prezzi, con l’obiettivo di portare il carovita al 2 per cento, era stato annunciato mesi fa. "I rischi per l'inflazione si sono intensificati”, ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde, tanto che ulteriori incrementi dei tassi potrebbero arrivare a breve (a giugno l’inflazione nell’Eurozona era all’8,6%).

Le condizioni per raffreddare lo spread

Per quanto riguarda il paracadute per raffreddare le impennate dei rendimenti dei titoli di Stato, ci sono delle condizioni che ci riguardano da vicino. Lo scudo sarà attivato a discrezione della Bce, che, in pratica, ha in mano un bazooka, in teoria illimitato, per poter comprare bond ed evitare che i costi di finanziamento di uno Stato raggiungano livelli insostenibili.

Gli occhi dei mercati sull'Italia

Per aprire il fuoco, però, si valuterà se un Paese rispetta le regole europee di bilancio, quindi – per esempio - non si dovrà fare troppo deficit, e – inoltre - bisognerà mantenere gli impegni presi col Piano Nazionale di Ripresa legato al Recovery Fund. L’Italia ha la fetta più grande di questi finanziamenti (191,5 miliardi), un debito altissimo (stimato quest’anno al 147,9% del Pil), una crisi politica in corso e l’occhio dei mercati puntati addosso.

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