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Siccità, stop delle centrali elettriche e per l'agricoltura danni miliardari

Economia

Lorenzo Borga

Le conseguenze per l'economia sono pesanti per tutti i settori. L'agricoltura soffre la carenza di acqua per irrigare i campi. Le centrali idroelettriche sono costrette a rilasciarla per garantire i flussi a valle. E anche gli impianti a gas soffrono

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La siccità sta colpendo l'economia del Nord Italia. Il rischio di razionamenti è già realtà per agricoltura e industrie. Marginali invece per ora le limitazioni ai consumi domestici, nonostante l'allarme lanciato dalla Protezione Civile su quello che potrebbe accadere.

 

L'irrigazione pesa infatti per più della metà del consumo di acqua dolce nel nostro paese, seguita dall'industria (27 per cento) e i consumi domestici (18 per cento).

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Danni miliardari per l'agricoltura

E gli agricoltori sono tra i più colpiti, viste le limitazioni ai prelievi di acqua concordate nei giorni scorsi, e che potrebbero essere rafforzate come richiesto dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Coldiretti ha stimato in tre miliardi i danni subiti fino a oggi dal settore.

Idroelettrico a secco

Tra le richieste per garantire un afflusso di acqua nel fiume c'è anche il rilascio di maggiori quantità dai laghi alpini e dai bacini artificiali necessari a generare energia idroelettrica. La coperta però a questo punto rischia di essere troppo corta per l'idroelettrico.

 

Il comparto da inizio anno infatti sta generando meno elettricità rispetto al 2021. E nelle ultime settimane lo scarto con gli scorsi 12 mesi si sta allargando sempre più, vista la siccità. I laghi artificiali si sono visti costretti infatti - dopo accordi trovati nei tavoli regionali - a rilasciare più acqua del previsto, anticipando la produzione di energia rispetto ai piani e lasciando sguarniti i prossimi mesi. Proprio quando, per il taglio delle forniture di gas russo, la generazione di elettricità è già sotto pressione.

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Stop centrali a gas

Ma non sono solo le centrali idroelettriche a soffrire: anche gli impianti termoelettrici, che bruciano gas o gasolio hanno bisogno di acqua per il raffreddamento. Ed ecco perché già tre centrali nel bacino del Po sono state costrette a fermarsi, e altrettante corrono lo stesso rischio.

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