
Luxottica, chi sono i figli di Del Vecchio e come sarà spartita l'eredità
A ciascun figlio andrà il 12,5% delle partecipazioni della holding di famiglia, Delfin. Alla moglie, Nicoletta Zampillo, il 25%. Del Vecchio, morto a 87 anni, era il secondo uomo più ricco d'Italia, con un patrimonio di circa 25,5 miliardi di euro

Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, morto a 87 anni il 27 giugno, lascia un patrimonio che Forbes, lo scorso aprile, stimava a 27 miliardi di dollari (circa 25,5 miliardi di euro): è il secondo uomo più ricco d’Italia e il 62esimo più ricco al mondo
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Già impostata la successione. L’imprenditore italiano da tempo aveva già pensato a come dividere il suo patrimonio tra i sei figli, avuti da tre diverse relazioni
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Claudio, Marisa e Paola Del Vecchio sono nati dal primo matrimonio del patron di Luxottica, quello con Luciana Nervo. Leonardo Maria (in foto) è nato invece dall’unione con la seconda moglie, Nicoletta Zampillo, sposata una prima volta nel 1997 e una seconda volta nel 2010. Dalla relazione con l’ex compagna Sabina Grossi – ex membro del consiglio di Luxottica - sono nati Luca e Clemente
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Del Vecchio, prima della morte, aveva di fatto blindato le quote della holding di famiglia, Delfin, che conserva tutte le partecipazioni, comprese quelle in Mediobanca e Generali. Verranno divise tra i sei figli e l’attuale moglie, Zampillo (in foto)
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Nel 2014, riporta sempre Forbes, dopo un processo di riorganizzazione aziendale Del Vecchio aveva tenuto per sé una partecipazione diretta del 25%. Il rimanente 75% era stato diviso tra i figli
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A ciascuno dei figli andrà quindi il 12,5%, mentre alla moglie è destinato il 25% detenuto dallo stesso Del Vecchio (in foto, un'assemblea degli azionisti Luxottica nel 2018)
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In Delfin sono detenute le partecipazioni al 32,2% in EssilorLuxottica, nata dalla fusione tra Luxottica e il Gruppo francese nel 2018, Covivio (27,2%), Mediobanca (19,2%), Generali (9,8%) e Unicredit (1,9%)

Come ricorda Morgan Stanley, le norme interne di Delfin stabiliscono che "qualsiasi deliberazione rilevante o proposta di modifica dello statuto, la nomina del board, la vendita di investimenti debbano essere adottate con il voto dell'88% del capitale votante". Dunque, "all'unanimità"