
Covid e aria condizionata: quali rischi per i contagi? Cosa dicono gli esperti
Mentre un'ondata di calore anomala sta investendo l’Italia,l’aumento dei casi di positività sta portando molti a chiedersi se non sia il caso di chiudere gli impianti di condizionamento, visti come possibili agenti propagatori del virus. Ecco alcune precauzioni

Spegnere o accendere l’aria condizionata? Con il numero di positivi da Covid che risale e un caldo che ha raggiunto livelli record, la domanda torna d’attualità e sale la preoccupazione di chi ritiene gli impianti di condizionamento un vettore che favorisce il ritorno dei contagi
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Secondo diversi esperti, per ridurre il rischio di contagio in ambienti chiusi non è necessario spegnere i condizionatori. Il problema, spiegano, non sono questi impianti ma piuttosto la mancanza di ventilazione meccanica controllata. Aprire le finestre potrebbe non bastare e comunque, con il condizionatore acceso, significherebbe sprecare energia e disperdere l’aria fresca
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I condizionatori servono per gestire la qualità dell’aria e mantenere un certo comfort termico. Se venissero spenti difatti si aumenterebbe lo stress termico e non si ridurrebbe il rischio di contagio
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La presenza di aria condizionata all’interno, spiegano ancora diversi esperti, non modifica in alcun modo il rischio di contagio. Il moto delle particelle di un ventilconvettore, infatti, è soggetto a numerosi fattori e non è sempre scontato prevedere chi possa esserne svantaggiato
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Chi rischia di più è normalmente chi è seduto di fronte al flusso d’aria che va dal soggetto infetto a quello sano, una situazione però difficilmente prevedibile in ambienti indoor. Non serve perciò spegnere il condizionatore e anzi se il dispositivo è dotato di filtro ci può essere una mitigazione del contagio
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Nemmeno il ricircolo dell’aria rappresenta un problema. Il sistema è usato per risparmiare energia e se studiato bene, quindi con un filtro in grado di eliminare inquinanti e virus, può essere utile. Comunque, anche nel caso in cui ne sia sprovvisto, non aumenta o diminuisce il rischio di contagio

Come spiegava già due anni fa il virologo Fabrizio Pregliasco in un’analisi apparsa sul sito dell’Istituto San Donato, “i filtri presenti all’interno degli impianti hanno il compito di purificare l’aria, trattenendo le particelle nocive, e di deumidificare (ottimo contro il virus) ed evitare la formazione di muffe”

Per chi ha ancora dei dubbi, le norme di prevenzione sono chiare: “Scegliere se possibile la funzione di ventilazione a circolo aperto, per avere sempre aria pulita dall’esterno; far ventilare ogni 2-3 ore e pulire i filtri ogni settimana, per evitare l’accumulo di sporco e polvere”

C’è il rischio, infatti, oltre al Covid di contrarre anche il virus della legionella, se i filtri del condizionatore non venissero puliti a dovere. Malattia che colpisce i polmoni in modo molto simile al coronavirus, la legionellosi può manifestare come sintomi tosse continua, dolore al petto e affanno, oltre a dolori muscolari e cefalea

Perciò occorre fare molta attenzione nell'utilizzo del condizionatore, provvedendo anticipatamente a una sua manutenzione e controllo da parte di personale specializzato prima di essere messo in funzione