Arriverà fra giugno e luglio il contributo una tantum per lavoratori e pensionati con redditi medi e bassi. È questo uno degli aiuti principali per contrastare l'aumento dei prezzi decisi dal governo col decreto Aiuti
Ci penserà l’azienda a mettere in busta paga il bonus di 200 euro per i lavoratori dipendenti che dovrebbe arrivare a fine giugno. I pensionati invece dovranno attendere i primi di luglio, con l’assegno staccato dall’Inps – come di consueto – all’inizio di ogni mese. Ancora da decidere come questo contributo per contrastare il caro vita, ed elargito una volta sola, sarà dato agli autonomi, cioè chi è in proprio come le Partite Iva.
Un aiuto per 28 milioni di italiani
Per avere diritto al bonus bisogna avere un reddito lordo annuo che non supera i 35mila euro, cioè uno stipendio netto che, al massimo, è di circa 1.800 euro al mese. A beneficiarne saranno, quindi, gli italiani con guadagni medio-bassi: 28 milioni, secondo il governo, per una misura che costerà sei miliardi e mezzo e finanziata tassando le società energetiche che hanno fatto profitti extra grazie alla corsa delle materie prime.
La corsa dei prezzi
L’inflazione, che mangia il potere d’acquisto e fa sì che con gli stessi soldi si possano comprare meno cose, è ai livelli più alti da trent’anni: viaggia sopra il 6 per cento a causa del balzo dei prezzi dell’energia, aggravato dalla guerra in Ucraina. I 200 euro, che non spetteranno a chi prende il reddito di cittadinanza, sono pochi di fronte all'impatto degli aumenti: per una famiglia con due figli – calcolano i consumatori – l’esborso aggiuntivo dell’inflazione a fine anno supererà i 2mila euro, che non potranno essere coperti dal bonus anche se sotto lo stesso tetto si è in due a lavorare, avendo così diritto a 400 euro.
Sostegni sufficienti?
C’è da dire che Palazzo Chigi ha varato altri aiuti, come lo sconto sui carburanti e quello sulle bollette per chi è in maggiori difficoltà. Da ricordare, poi, che con l’ultima manovra si è dato un taglio alle imposte sui redditi (cioè l’Irpef), ai contributi sui salari (il cuneo fiscale) versati da chi percepisce fino a 35mila euro l’anno (ma solo per il 2022), oltre agli assegni per i figli e alla rivalutazione (1,7%) delle pensioni. Interventi che, si spera, riescano ad attutire i rincari per chi se la passa peggio.