Recovery Fund, l'Ue valuta l'Italia per la seconda rata

Economia

Simone Spina

Missione in Italia degli ispettori europei per valutare l'attuazione del piano comunitario varato per la crisi causata dalla pandemia. Un giudizio positivo è necessario per poter ricevere da Bruxelles la nuova tranche di aiuti da 24 miliardi. Sui tempi di realizzazione degli investimenti pesano diverse incognite: dall'aumento dei costi dell'energia alla guerra in Ucraina

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Per gli ispettori di Bruxelles, in missione a Roma, si tratta di capire a che punto è l’Italia con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato coi soldi europei del Recovery Fund, di cui il nostro Paese ha la fetta più grande: 191,5 miliardi, tra prestiti e sovvenzioni. L'esame ha lo scopo di dire se siamo sulla strada giusta per raggiungere i 45 obiettivi fissati per fine giugno e poter così incassare i 24 miliardi della seconda rata (la prima da 21 ha avuto il via libera).

A che punto siamo

Finora sono sette le missioni conseguite, altre dieci dovrebbero essere centrate nei prossimi giorni e ulteriori sette-otto in arrivo grazie alla spinta di specifici provvedimenti da varare. E’ un cammino a tappe, pieno di controlli comunitari, quello per avere le risorse per mettere in cantiere opere pubbliche e riforme di grande impatto. E siamo in una fase – quella iniziale – cruciale per dare una spinta alla ripresa, soprattutto ora che alle numerose incognite esistenti si è aggiunta la guerra in Ucraina.

Il peso delle incognite

Lo straordinario rincaro dei prezzi dell’energia, l’inflazione come non si vedeva da anni e la difficoltà nel reperire materiali, dall’acciaio al legno per i cantieri, potrebbe frenare il percorso. I costi preventivati due anni fa rischiano di non essere più attuali e un’opera, come per esempio la costruzione di una linea dell’alta velocità ferroviaria, potrebbe richiedere più denari di quelli stimati. Per un’impresa privata potrebbe non essere più conveniente partecipare, ma il governo non sembra intenzionato a cambiare le carte in tavola.

Un nuovo Recovery?

Bruxelles ha spiegato che il Recovery Fund può esser modificato solo in casi eccezionali. Esistono alcuni anticorpi, come l’adeguamento all’inflazione, ma c’è chi, come i costruttori, ritiene non sia sufficiente. L'incertezza del conflitto, intanto, ridisegna al ribasso le stime di crescita, mentre a Bruxelles inizia a circolare l’idea di rendere permanente il piano ideato per contrastre la crisi cusata dalla pandemia.

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