Scioperi nei trasporti, solo uno su tre deciso da Cgil, Cisl o Uil
EconomiaLe proteste del settore sono state proclamate nella maggior parte dei casi da sigle sindacali con limitata rappresentanza dei lavoratori. Le organizzazioni confederali hanno indetto il 33% delle astensioni che hanno riguardato dall'inizio dell'anno i mezzi pubblici locali, i treni e gli aerei
Di tutti gli scioperi nei trasporti che ci sono stati in Italia dall’inizio dell’anno solo un terzo è stato deciso da almeno uno dei tre sindacati principali, cioè da una tra Cgil, Cisl e Uil. In pratica, di tutte le proteste che da gennaio hanno fermato autobus, metropolitane, treni e aerei la maggior parte sono state organizzate da sigle che rappresentano una minoranza di impiegati di questo settore.
Tanti sindacati e ognuno ha la sua protesta
I sindacati confederali hanno un numero di iscritti di gran lunga superiore agli altri, eppure quando si tratta di proclamare scioperi – da quelli dei mezzi pubblici a quelli negli aeroporti passando per le ferrovie – chi ha meno tesserati più di frequente alza la voce e incrocia le braccia.
Rappresentanza limitata
Una circostanza che – come sottolineato dal Garante sugli scioperi – si verifica perché ci sono moltissime organizzazioni e ognuna proclama la sua protesta, magari approfittando dell’effetto annuncio, anche se ha una rappresentatività limitata.
Uno sciopero a settimana
Nei primi undici mesi del 2024 si contano 54 giorni di scioperi nazionali dei trasporti. Senza contare gli stop solo a livello locale e quelli generali, dunque, c’è stata una protesta ogni sei giorni.
Lunedì e venerdì sono i giorni preferiti
E spesso bus e tram restano nei depositi il venerdì e il lunedì: sono questi i giorni più spesso convolti. Lo dicono i numeri e non è solo una sensazione.
Questa scelta di calendario si rafforza se guardiamo solo ai treni: la frequenza degli scioperi di venerdì e lunedì batte quelli che ci sono stati nel weekend e nel resto della settimana.
Un po’ diversa la situazione per gli aerei: in questo caso c’è maggior equilibrio, con una distribuzione abbastanza omogena dei giorni in cui si è costretti a rimanere a terra.