Scioperi nei trasporti, solo uno su tre deciso da Cgil, Cisl o Uil

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Le proteste del settore sono state proclamate nella maggior parte dei casi da sigle sindacali con limitata rappresentanza dei lavoratori. Le organizzazioni confederali hanno indetto il 33% delle astensioni che hanno riguardato dall'inizio dell'anno i mezzi pubblici locali, i treni e gli aerei

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Di tutti gli scioperi nei trasporti che ci sono stati in Italia dall’inizio dell’anno solo un terzo è stato deciso da almeno uno dei tre sindacati principali, cioè da una tra Cgil, Cisl e Uil. In pratica, di tutte le proteste che da gennaio hanno fermato autobus, metropolitane, treni e aerei la maggior parte sono state organizzate da sigle che rappresentano una minoranza di impiegati di questo settore

Tanti sindacati e ognuno ha la sua protesta

I sindacati confederali hanno un numero di iscritti di gran lunga superiore agli altri, eppure quando si tratta di proclamare scioperi – da quelli dei mezzi pubblici a quelli negli aeroporti passando per le ferrovie – chi ha meno tesserati più di frequente alza la voce e incrocia le braccia

Rappresentanza limitata

Una circostanza che – come sottolineato dal Garante sugli scioperi – si verifica perché ci sono moltissime organizzazioni e ognuna proclama la sua protesta, magari approfittando dell’effetto annuncio, anche se ha una rappresentatività limitata.

Uno sciopero a settimana 

Nei primi undici mesi del 2024 si contano 54 giorni di scioperi nazionali dei trasporti. Senza contare gli stop solo a livello locale e quelli generali, dunque, c’è stata una protesta ogni sei giorni. 

Lunedì e venerdì sono i giorni preferiti

E spesso bus e tram restano nei depositi il venerdì e il lunedì: sono questi i giorni più spesso convolti. Lo dicono i numeri e non è solo una sensazione. 

Questa scelta di calendario si rafforza se guardiamo solo ai treni: la frequenza degli scioperi di venerdì e lunedì batte quelli che ci sono stati nel weekend e nel resto della settimana. 

Un po’ diversa la situazione per gli aerei: in questo caso c’è maggior equilibrio, con una distribuzione abbastanza omogena dei giorni in cui si è costretti a rimanere a terra.

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