Recovery Fund, 46 miliardi dall’Ue ma bisogna correre

Economia

Simone Spina

Per ottenere i finanziamenti europei previsti per il 2022 bisogna raggiungere cento obiettivi. Ecco perché Mario Draghi ha chiesto ai ministri a che punto sono con gli investimenti e le riforme di loro competenza. I tempi sono stretti

Fare il punto della situazione, segnalare problemi e mettere tutto nero su bianco. E’ quello che in queste ore stanno facendo i vari ministri, dopo che Mario Draghi ha chiesto a ciascun di loro di indicare se gli investimenti e le riforme del Piano Nazionale di Ripresa su cui hanno competenza stanno viaggiando al ritmo giusto.
I tempi del Recovery Fund, il programma di aiuti europei che arriva al 2026 e di cui l’Italia ha la fetta più grande (191,5 miliardi), sono stretti e i soldi Bruxelles ce li dà a rate e solo se rispettiamo gli impegni.
Come una lunga corsa, ci sono delle tappe e la prossima è fissata al 30 giugno. A quella data bisogna raggiungere 45 obiettivi per avere (fra prestiti e sovvenzioni) 24,1 miliardi. Al 31 dicembre, altri 55 traguardi per 21,8 miliardi. Entro il primo semestre dell’anno prossimo, ulteriori 27 impegni da rispettare per 18,4 miliardi.

 

Il 60% dei fondi è previsto nella prima fase

In poco più di un anno, quindi, potremmo avere oltre 64 miliardi, che si aggiungono ai 24,9 ottenuti l’estate scorsa come prefinanziamento (cioè sulla fiducia) e i 24,1 attesi entro fine mese grazie a quanto fatto nel 2021.
Del totale dei fondi, quindi, quasi il 60 per cento è previsto nella prima fase del Recovery, proprio per dare quella spinta all’economia che tutti si aspettano. Ecco perché il pressing di Draghi.
Ma quali progetti e riforme si devono avviare? Tra quelli a scadenza più ravvicinata, la gara per la banda ultra-larga (6,7 miliardi), la gestione dei rifiuti, la produzione di idrogeno, il piano contro il dissesto idrogeologico, ma anche le assunzioni nei tribunali, gli alloggi per gli universitari, fino ai cantieri ferroviari.
E poi, il capitolo delle riforme da completare. Fra tutte, quelle della giustizia, del fisco e della concorrenza.

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