
L'Italia è in stato di pre-allarme per il gas, cosa significa e quali sono le conseguenze
Il 26 febbraio il Ministero della Transizione ecologica ha dichiarato lo stato di “pre-allarme” per le forniture all’Italia. Questa situazione rappresenta il primo step di un protocollo di crisi che prevede tre livelli

Il 26 febbraio, dal Ministero della Transizione ecologica è stato dichiarato lo stato di “pre-allarme” per le forniture di gas all’Italia come conseguenza della guerra in Ucraina. La notizia è stata annunciata sul sito Snam, il principale operatore infrastrutturale in Italia che si occupa anche della sicurezza del gas
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Lo stato di “pre allarme” è solo il primo passaggio in un protocollo di crisi che prevede tre diversi livelli. Il primo livello prevede solo un monitoraggio della situazione, mentre il secondo livello è lo stato di allarme e il terzo è l’emergenza
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Sia nel primo che nel secondo livello, il mercato e le forniture continuano a funzionare normalmente secondo le regole del mercato. Inoltre, in Italia, non è la prima volta che scatta lo stato di “pre allarme”
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Per gli utenti finali, quindi, con lo stato di “pre allarme” non cambia nulla. Anche a inizio 2018, a causa di una ondata eccezionale di freddo e temperature più basse rispetto alla media di stagione era stato annunciato questo primo livello di allerta
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Se dal “pre allarme” si dovesse passare “all’emergenza”, si potrebbe decidere l’utilizzo dello stoccaggio strategico e di limitare la fornitura per alcune imprese previste per legge

Lo stoccaggio strategico sono riserve che si possono usare solo quando il mercato non ce la fa più ed è in grande difficoltà

In ogni caso, secondo fonti Mite, l’Italia è lontana da una situazione di allarme e lo stato di “pre allarme” è una misura di cautela che avvia “un monitoraggio costante della situazione energetica nazionale” e “un riempimento dello stoccaggio anticipato” rispetto a quanto normalmente accade da primavera avanzata

Attualmente la domanda in Italia per il gas è bassa e l’inverno sta per finire. La media europea degli stoccaggi è 29,7% e l’Italia è al 38,5%

Al momento, quindi, il nostro Paese sta usando poco gli stoccaggi e li userà ancora meno andando incontro all’estate, quando non si accenderanno più i riscaldamenti. Con la stagione estiva, infatti, la necessità è ridotta di quasi quattro-cinque volte

Intanto Gazprom, il principale fornitore di gas russo, ha fatto sapere che continuerà a fornire il materiale per il transito in Europa attraverso il territorio ucraino come di consueto