
Gas dalla Russia in Italia, ecco quanto ne importiamo e quanto ne siamo dipendenti
Nel nostro Paese - stando al dato del 2021 - il 37,8% del gas è arrivato da Mosca che è il primo fornitore, seguito dall'Algeria. Intanto si lavora al raddoppio della produzione nazionale di gas fino a 5 miliardi di metri cubi all'anno arrivando almeno a coprire il 10% del fabbisogno nazionale

Con l’esplosione del conflitto tra Ucraina e Russia, l’Italia, così come tutta l’Ue, guarda con preoccupazione alle forniture di gas che, in gran parte, arrivano da Mosca
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Negli ultimi anni la dipendenza dal gas russo è aumentata in tutta l’Ue. Il fabbisogno complessivo è al momento coperto per il 46% dal gas in arrivo dai giacimenti siberiani, come scrive Repubblica. Il Mare del Nord rimane il secondo fornitore con una quota del 17%. Altre forniture - ma minori - arrivano da Algeria, Libia e dall'Azerbajian. Il resto è coperto dalle forniture in arrivo via nave (il Gnl, gas naturale liquefatto)
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Nel 2021, l'Italia ha consumato 71,34 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 37,8% arrivava dalla Russia, che è il primo fornitore. Il secondo fornitore risulta essere l'Algeria, con una quota del 28,4%
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Quote minori per il nostro Paese sono rappresentate dal Mare del Nord, che contribuisce ormai con il 2,4%, così come dalla Libia 4,3%. Negli ultimi anni ha poi assunto sempre più importanza il Gnl, dopo la realizzazione degli impianti di Livorno e Rovigo che si sono aggiunti allo storico rigassificatore di La Spezia
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Va ricordato che un ruolo importante lo gioca il gasdotto Tap, l'ultima infrastruttura realizzata: nel 2021 ha garantito il 9,8% della domanda di gas italiano. Al momento ha una capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas e arriva dai giacimenti dell'Azerbajian e una parte è stato acquistato in Grecia, Albania e Bulgaria

L'Italia, intanto, sta lavorando al raddoppio della produzione nazionale di gas fino a 5 miliardi di metri cubi l'anno arrivando almeno a coprire il 10% del fabbisogno nazionale. Si punta poi ad aumentare i flussi dai gasdotti non a pieno regime come TransMed da Algeria e Tunisia, GreenStream da Libia e il Tap. E si sta pensando anche all'aumento del gas naturale liquefatto (gnl) da rotte come quella americana

Intanto gli stoccaggi sono gli osservati speciali: le scorte sono quasi a zero e si porrà il problema quando ad aprile dovranno cominciare i riempimenti in vista della prossima stagione

Capitolo a parte, a livello europeo però, è quello del gasdotto Nord Stream 2. La Germania, appena Mosca ha riconosciuto il Donbass e inviato le truppe, ha deciso congelare l'autorizzazione della rete, non ancora in funzione, che collega la Russia al territorio tedesco

Nord Stream 2 è un gasdotto sottomarino già completato che collega direttamente la Russia e la Germania. Con i suoi 1.234 km, è il gasdotto offshore più lungo del mondo: parte dalla costa baltica russa e arriva alla Germania nord-orientale. È costato 12 miliardi di dollari e segue lo stesso percorso del Nord Stream 1, finito più di dieci anni fa. Come il suo predecessore sarà in grado di portare 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno dalla Russia all'Europa

Nord Stream 1 è entrato in funzione il 6 settembre 2011, con una seconda linea che è partita nell’ottobre 2012. Poco dopo è nato il progetto del Nord Stream 2, fortemente osteggiato da Stati Uniti, Ucraina e alcuni Stati membri della Nato, e che secondo molti analisti aumenterebbe di molto la dipendenza dell’Europa dalla Russia