Lavoro e pensioni, confronto tra governo e sindacati: le ipotesi sul tavolo
Tanti i temi al centro della discussione, tra i quali garantire ai giovani una pensione dignitosa, incentivare le adesioni alla previdenza complementare e dare più flessibilità per il pensionamento. In agenda anche la questione occupazione per sostenere il lavoro stabile, sfoltire i contratti più precari e malpagati, regolamentare ancora i contratti a termine
Al ministero del Lavoro è stato avviato un confronto tra governo e sindacati. Tanti i temi: garantire ai giovani di oggi una pensione dignitosa domani; incentivare le adesioni alla previdenza complementare e dare più flessibilità per il pensionamento; la questione occupazione per sostenere il lavoro stabile, sfoltire i contratti più precari e malpagati, regolamentare ancora i contratti a termine
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Nel tavolo tecnico dedicato alla previdenza si pensa ai giovani, che rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni e con assegni bassi, ma anche in generale ai lavoratori e alle lavoratrici con carriere discontinue e retribuzioni basse che sono interamente nel sistema contributivo: l’ipotesi è la possibilità di riconoscere un “bonus” che copra i periodi di formazione, di disoccupazione e di cura della famiglia
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Per le donne, c’è anche l’ipotesi di valorizzare i periodi di maternità ai fini pensionistici. Tra le soluzioni, quella che prevede per l'uscita anticipata delle madri lavoratrici uno sconto contributivo di alcuni mesi (dodici chiedono i sindacati) per ogni figlio
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La questione è aperta e il governo, intanto, si è detto pronto a stimare le platee interessate, per poi definire il modello d'intervento e la misura di sostegno da mettere in campo. Per Cgil, Cisl e Uil questa misura deve essere la pensione contributiva di garanzia. Sulla previdenza complementare, poi, l'attenzione è sulla riapertura di un semestre di silenzio assenso e di una campagna di informazione per incentivare le adesioni
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Il nuovo tavolo tecnico sulle pensioni è fissato per giovedì 3 febbraio. Per il 7 febbraio, poi, è in programma la verifica “politica” per fare il punto sul percorso avviato e per indicare su quale sentiero e con quale calendario andare avanti per riformare la legge Fornero. L’auspicio è di arrivare a definire interventi condivisi da inserire nel prossimo Def di aprile
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La questione più spinosa - che pure ha vincoli forti di bilancio - è quella della flessibilità in uscita: resta tutta da affrontare, con la richiesta unitaria dei sindacati di poter andare in pensione a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi senza vincoli di età
In altre parole, i sindacati chiedono di avere più libertà di uscire prima dal mercato del lavoro rispetto al pensionamento di vecchiaia a 67 anni attualmente previsto. Quest'anno, intanto, per l'uscita anticipata c'è Quota 102: la possibilità di andare in pensione con almeno 64 anni di età e 38 di contributi
Visto che le fragilità del mercato del lavoro si riflettono sull'assegno pensionistico, è stato aperto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando anche il confronto sulle politiche a sostegno dell'occupazione: tanti i temi da affrontare, dalla precarietà al lavoro povero fino alle piattaforme e alla costruzione di "regole nuove"
Confronto che parte da alcuni dati: la ripresa dei livelli di occupazione è trainata dai contratti a termine, mentre aumenta il gap tra uomini, donne e giovani, e spesso il lavoro è povero. Già prima della pandemia, infatti, in Italia l'11,8% dei lavoratori si trovava in una situazione di povertà, come emerso dal Gruppo di lavoro ad hoc insediato al ministero. Non c'è ancora il dato aggiornato, ma tutto lascia pensare che ci sarà un'accentuazione del fenomeno
Si apre, così, un altro capitolo: quello del salario minimo. Una sperimentazione in alcuni settori, secondo lo stesso studio, potrebbe essere un’opzione per dare una prima risposta lì dove la situazione è più urgente, mentre prosegue il dibattito sullo strumento più adatto a livello nazionale