Pnrr, nel 2022 riforma della scuola e 7 miliardi di appalti per fibra ottica e 5G

Economia

Lorenzo Borga

Nella profonda incertezza politica che circonda l’elezione del nuovo capo dello stato solo una cosa è certa: quest’anno il nostro Paese deve portare a termine 102 obiettivi legati al Pnrr per ricevere 40 miliardi di euro dall’Europa

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Se nel 2021 il governo è riuscito a portare a casa 51 obiettivi per il rotto della cuffia, possiamo immaginare quanto sarà difficile completare i 102 step concordati nel Pnrr per quest’anno, anche se alcuni sono già stati raggiunti.

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Le riforme

Tra gli obiettivi più impegnativi della prima metà del 2022 ci sono alcune riforme, come quella del pubblico impiego iniziata nel 2021, a cui mancano ancora quattro decreti attuativi. Poi quella degli appalti, che dopo la presentazione in Consiglio dei ministri nel luglio scorso è ancora in discussione in Commissione al Senato. Anche la scuola è coinvolta: dovrà essere definito il nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, già cambiato diverse volte negli ultimi anni, e la carriera del personale scolastico. L’Unione Europea ha sempre raccomandato all’Italia di alzare gli stipendi degli insegnanti applicando meccanismi di promozione legati al merito e non solo all’anzianità: un dossier su cui mai nessun governo è riuscito davvero a intervenire vista la contrarietà dei sindacati.

Idrogeno e rete ultra-larga

Ma l’Europa ci chiede anche target specifici: entro giugno dovremo aggiudicare tutti i contratti di ricerca sull’idrogeno, come anche gli appalti per i progetti di banda ultra-larga nelle zone non ancora coperte che valgono quasi 7 miliardi e l’avvio delle procedure per assumere alcune centinaia di nuovi segretari nei tribunali amministrativi. Un compito arduo se dovessero cambiare la guida del governo e alcuni ministri chiave: già entro marzo andranno essere approvati 6 decreti, mentre l’obiettivo di assegnare 3,4 miliardi ai comuni per cambiare il volto delle nostre città è già stato raggiunto, finanziando quasi duemila opere urbane tra parchi cittadini, ciclabili, teatri e campiscuola. Su quel fronte non c'è governo che tenga: sono i sindaci a dover portare a termine le opere in tempo.

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