Casa, stretta Ue sull’efficienza energetica

Economia

Simone Spina

I nuovi edifici dovranno essere a emissione zero e per quelli vecchi ogni Stato dovrà individuare i più inquinanti. Con le nuove norme potrebbero esserci limiti alla vendita e all’affitto degli immobili con le classificazioni più basse

La stretta sulle case voluta dall’Europa in modo che inquinino meno potrebbe essere più morbida di quanto atteso. La Commissione ha adottato una proposta di direttiva, quindi regole ancora da mettere a punto e che poi dovranno essere recepite dai singoli Paesi dell’Unione, che stabiliscono che i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero.

Per gli immobili esistenti, invece, si prevede la graduale introduzione di requisiti minimi di efficienza energetica e ogni Stato dovrà individuare il 15 per cento degli immobili, esclusi quelli storici, che hanno i maggiori problemi, in modo che si possa migliorare il loro impatto sull’aria che respiriamo.

Se un palazzo, un condominio o un appartamento hanno un tetto che non isola dal freddo e dal caldo, se la caldaia è vecchia o gli infissi lasciano passare gli spifferi, ci troviamo di fronte a una casa che inquina molto.

Si stima che il mattone sia responsabile di circa il 40 per cento del consumo energetico dell’Unione e del 36 per cento delle emissioni di gas serra legate all’utilizzo di energia. Ecco perché Bruxelles si sta muovendo in questa direzione, nell’ambito del più ampio piano (il Green Deal) per la lotta ai cambiamenti climatici.

Il rovescio della medaglia è che rendere più “verde” una casa costa molto, soprattutto dalle nostre parti dove in tanti posseggono un immobile e questi spesso sono molto datati. Nel nostro Paese più di un terzo degli edifici è di classe G, la peggiore; un quarto è al livello di poco superiore, la F. 

In quest’ultimo gradino, secondo la bozza europea, dovranno rientrare dal 2030 case e appartamenti per poter essere venduti o affittati e dal 2033 bisognerà salire ancora: almeno alla classe E. Se tutto questo venisse confermato, e per evitare di finire fuorilegge o non poter vendere la propria casa, bisognerebbe quindi iniziare a pensare di ristrutturare. Un’operazione che costerebbe circa 12 miliardi all’anno per dieci anni.

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