L’allarme dell’Aie: emissioni di CO2 verso massimo storico a livello mondiale nel 2023

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Il report dell'Agenzia internazionale dell'energia rivela che solo il 2% dei finanziamenti stanziati dalle autorità mondiali per il rilancio dell'economia dopo il Covid viene speso nel settore dell'energia pulita. Il direttore esecutivo Birol: "Non solo gli investimenti sono ancora lontani da ciò che è necessario per mettere il mondo sulla strada giusta per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo, ma non sono nemmeno sufficienti per impedire che le emissioni globali raggiungano un nuovo record”

Le emissioni di anidride carbonica, principale causa del riscaldamento globale, si avviano a toccare il massimo storico a livello mondiale nel 2023, spinte dalla ripresa economica post coronavirus. È questo l’allarme lanciato dall’Aie, l'Agenzia internazionale dell'energia. Solo il 2% dei finanziamenti stanziati dalle autorità mondiali per il rilancio dell'economia dopo la pandemia, sostiene, viene speso nel settore dell'energia pulita.

Verso il massimo storico nel 2023

In un report, dopo un'analisi dei piani di rilancio e del loro impatto energetico, Aie rivela che su 16mila miliardi di dollari (14mila miliardi di euro) destinati alla ripresa dai Paesi di tutto il mondo sotto forma di aiuti finanziari emergenziali per lavoratori e imprese, solo circa 380 miliardi di dollari sono stati stanziati per gli investimenti verdi e l’energia pulita. Se tutti i piani di spesa elaborati dopo la pandemia fossero realizzati, avverte nel Sustainable Recovery Tracker, l'inquinamento da CO2 toccherebbe un massimo storico nel 2023 e continuerebbe poi a crescere, con emissioni superiori di 3,5 miliardi di tonnellate allo scenario ritenuto necessario a rispettare l'obiettivo di un incremento della temperatura globale non superiore agli 1,5 gradi centigradi fissato dagli accordi sul clima di Parigi.

Auto elettrica del car sharing Share'n'go a una colonnina di ricarica in piazza Venezia a Roma. 9 agosto 2018. ANSA/STEFANO SECONDINO

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“Da quando è scoppiata la crisi di Covid-19, molti governi hanno parlato dell'importanza di ricostruire meglio per un futuro più pulito, ma molti di loro devono ancora mettere i loro soldi dove sono le loro parole", ha detto il direttore esecutivo dell'Aie Fatih Birol. "Non solo gli investimenti in energia pulita sono ancora lontani da ciò che è necessario per mettere il mondo sulla strada giusta per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo, ma non sono nemmeno sufficienti per impedire che le emissioni globali raggiungano un nuovo record", ha aggiunto. "I governi devono aumentare rapidamente la spesa e l'azione politica per soddisfare gli impegni assunti a Parigi nel 2015, compresa la fornitura vitale di finanziamenti da parte delle economie avanzate al mondo in via di sviluppo", ha concluso.

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