
La versione attuale della legge di Bilancio 2022, nell’articolo 63, prolunga di un biennio la forma di accompagnamento all’uscita dal lavoro che consente, con l'accordo tra azienda e sindacati, di mandare in pensione su base volontaria i lavoratori fino a 5 anni prima dei normali requisiti: ecco tutto quello che c'è da sapere

Il “contratto di espansione” verrà prolungato per altri 2 anni. La versione attuale della legge di Bilancio 2022, nell’articolo 63, prolunga di un biennio la forma di accompagnamento all’uscita dal lavoro che consente, previo accordo tra azienda e sindacati, di mandare in pensione su base volontaria i lavoratori fino a 5 anni prima dei normali requisiti
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Come ricorda il Corriere della Sera, la formula era nata come sperimentazione per il biennio 2019-2020 ed era stata prorogata e potenziata anche per il 2021. Ora il sistema viene prolungato, anche se con alcune differenze: ecco come funzionerà il contratto fino alla fine del 2023
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Inizialmente il contratto di espansione aveva riguardato solo le imprese con almeno 1000 dipendenti, scesi poi con la Legge di Bilancio 2020 a 250. Con il decreto Sostegni bis la soglia si era abbassa ulteriormente a 100 dipendenti. Ora però la platea delle imprese si amplia, includendo quelle medio-piccole. La Legge di Bilancio 2022 ha fatto scendere infatti il minimo di dipendenti a 50
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L’obiettivo è quello di favorire la ristrutturazione delle imprese in crisi, evitando il fenomeno degli esodati. Inoltre, è un aiuto al ricambio generazionale
LA PAGINA INPS
Il contratto consente di uscire dal lavoro - su base volontaria - fino a 5 anni prima della pensione di vecchiaia (fissata a 67 anni di età) o della pensione anticipata. Il lavoratore che aderisce all’accordo percepisce una pensione pari a quella maturata al momento dell’uscita. Il costo dell’assegno mensile, per tutta la durata dell’anticipo, è a carico dell’azienda, al netto del valore della Naspi che spetta a chi va in prepensionamento

Il contratto permette alle aziende di far uscire personale a 60 mesi dalla pensione di vecchiaia o di anzianità con un percorso di esodo incentivato. Ma permette al contempo l’assunzione di nuove risorse qualificate, di formare i dipendenti sulle competenze che devono essere aggiornate e utilizzare la Cigs fino a 18 mesi (con riduzione media oraria del 30% per i lavoratori privi dei requisiti per lo “scivolo”)

Se l’azienda raggiunge la dimensione di almeno 1000 dipendenti, c’è un ulteriore bonus. Il datore di lavoro però si deve impegnare ad assumere in una proporzione non inferiore a un nuovo dipendente ogni tre esodati

È necessario che l’azienda sigli un accordo sindacale presso il ministero del Lavoro, sottoscritto dalla parti e dove vengono indicati il numero dei lavoratori da assumere e la durata dei contratti, compresi quelli di apprendistato; la riduzione media dell’orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati; il numero dei lavoratori che possono avere l’indennità mensile di accompagnamento alla pensione; infine, una stima dei costi a copertura del beneficio per l’intero periodo della Naspi al lavoratore

Il contratto di espansione può essere firmato dai dipendenti con meno di 60 mesi dal decorrere della pensione, sia quella di vecchiaia (avendo maturato il requisito minimo contributivo pari a 20 anni e il requisito dell’importo soglia previsto per i soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995), che quella anticipata. La pensione che poi riceveranno sarà cumulabile con qualsiasi reddito da altra attività lavorativa

Il calcolo dell’indennità mensile (per 13 mensilità) verrà fatto dall’Inps, in base al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Inoltre, la mensilità, tassata ordinariamente, non è reversibile e in caso di decesso ai superstiti spetta la pensione indiretta