Nell'ultimo Fiscal Monitor i dati relativi all'anno del Covid. Secondo il Fondo monetario internazionale si tratta dell'aumento più grande mai registrato. A pesare per il 90% le politiche di sostegno delle economie più avanzate per contrastare gli effetti della pandemia
Vitor Gaspar, direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale (Fdmi) ha presentato durante il Fiscal Monitor di oggi le cifre del debito mondiale registrato lo scorso anno: “Il debito di Governi, famiglie e società non finanziarie ha raggiunto i 226mila miliardi di dollari nel 2020, 27mila miliardi sopra il livello del 2019”. Si tratta dell’aumento più grande mai registrato.È attraverso il calcolo del debito che passa uno dei modi per misurare gli effetti della crisi causata dalla pandemia da Covid-19 a livello mondiale.
Il "Grande divario finanziario"
Come spiegato da Gaspar, il 90% di quei 27mila miliardi di aumento deriva dalle economie più avanzate, Cina compresa. La maggior parte del debito è stato generato dai Governi come misure di sostegno per le popolazioni. I Paesi emergenti hanno pesato solo per il 7%. Il direttore del Fondo lo chiama: “Grande divario finanziario”, cioè la diversa capacità di reazione, nei sistemi sanitari, nelle vaccinazioni e negli aiuti economici a persone e imprese. Quello che ne deriva è una ripresa sempre più diseguale.
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La stabilizzazione del Pil
La maggior parte dei 16.900 miliardi di dollari di misure annunciate per combattere la pandemia scadranno quest’anno, ma continueranno a produrre effetti positivi. Se si considerano solo le manovre messe in campo da Washington, con l’American Families Plan e l’American Jobs Plan, e da Bruxelles, con il NextGenerationEu, queste potrebbero aggiungere al Pil globale circa 4.600 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2026. La ripresa economica sta stabilizzando il Pil, ma secondo Fmi il debito pubblico resterà su livelli superiori a quelli previsti prima della pandemia, attestandosi poco sotto il 100 per cento. Il debito pubblico italiano è destinato a calare al 146,5%, mentre il deficit potrà tornare sotto al 3% entro il 2024.
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I prossimi obiettivi
Secondo il Fondo, nel prossimo futuro la politica fiscale “deve rispondere agilmente" alle sfide globali e "facilitare la trasformazione dell'economia mondiale per renderla più produttiva, inclusiva, verde e resiliente a future crisi sanitarie o di altro tipo". Al tempo stesso, però, sarà cruciale assicurare trasparenza e responsabilità in modo da “fare progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Gaspar richiama così a una cooperazione internazionale anche nel campo dei vaccini: la comunità internazionale ha dato "un supporto prezioso" ai Paesi in via di sviluppo, ma "serve fare di più su prestiti e iniziative come la cornice comune per la cancellazione del debito del G20".