Il Nobel all'economia di quest'anno è stato assegnato per la rilevanza degli studi sul mercato del lavoro e sull'istruzione, e per i passi in avanti compiuti sulla metodologia della ricerca economica. L'intervista doppia nel video
David Card, Joshua D. Angrist e Guido W. Imbens hanno vinto il premio Nobel per l'Economia 2021. Ma chi sono e cosa hanno fatto questi studiosi per meritarselo? Lo abbiamo chiesto a Tito Boeri (Università Bocconi) e a Enrico Moretti (University of California, Berkeley), due italiani che li conoscono da vicino.
La scuola serve: lo dimostrano i Nobel
Tito Boeri, anche ex presidente dell'Inps, sperava che il riconoscimento quest'anno potesse andare proprio a Card e Angrist, che sono già stati ospiti nelle scorse edizioni del Festival dell'Economia di Trento, di cui Boeri è stato per anni direttore scientifico. A suo parere il loro contributo è stato fondamentale per comprendere la rilevanza del capitale umano e in particolare degli investimenti in un'istruzione duratura e di qualità. Gli studi di Card e di Angrist dimostrano infatti che gli studenti che frequentano per un periodo più lungo la scuola potranno godere in futuro di un reddito significativamente più elevato. Per Boeri «in Italia tendiamo a ignorare questa realtà: pensiamo a come nel nostro paese sono state chiuse con estrema facilità le scuole con l'aumentare dei contagi, mentre bar e ristoranti rimanevano aperti».
Card e il salario minimo
Enrico Moretti è invece collega di David Card alla UC Berkeley, dove insegna. Di Card è stato anche co-autore di un paper sui salari e la soddisfazione dei lavoratori. Secondo Moretti il contributo principale di Card alla letteratura scientifica riguarda il salario minimo: con i suoi studi infatti è riuscito a dimostrare che l'aumento del livello minimo salariale non è sempre associato a un calo dell'occupazione, anzi, come ritenevano precedentemente la maggior parte degli economisti.
La "credibility revolution"
Fondamentale è stato anche l'apporto dei neo-Nobel ai metodi della ricerca economica. Infatti questa scienza sociale sconta da sempre la difficoltà di testare le proprie teorie attraverso esperimenti: non è possibile organizzarli come accade in laboratorio (pensiamo a quelli effettuati per testare i vaccini). Facciamo un esempio: per verificare l'efficacia del salario minimo, questo dovrebbe essere applicato a un gruppo di lavoratori e non ad altri, per poter comparare gli effetti tra i due insiemi. Ma si tratterebbe di un'azione politicamente - e anche eticamente - impossibile. Ciò che Angrist, Card e Imbens hanno studiato dunque sono alcuni metodi statistici per studiare il mondo reale attraverso i cosiddetti "esperimenti naturali", dando il via alla "credibility revolution" nello studio economico.
Card - assieme al compianto Alan Krueger - ad esempio è riuscito a dimostrare gli effetti del salario minimo sfruttando il fatto che nel 1992 il New Jersey aumentò il proprio minimo da 4,25 dollari a 5,05, mentre la confinante e simile Pennsylvania non lo fece. In questo modo gli studiosi sono riusciti a comparare i due trend, usando quanto accaduto in Pennsylvania come confronto.