
Dal petrolio al rame, i prezzi delle materie prime tornano a crescere
La maggior parte delle banche d'affari mantiene una view rialzista sul comparto energetico. Se da un lato i timori 'macro' sullo stato dell'arte dell'economia mondiale si sono recentemente acuiti alla luce della diffusione della variante Delta, i fondamentali 'micro' della maggior parte delle commodities rimangono solidi

Dal rame al nichel, passando per il petrolio e il gas naturale, tornano a salire i prezzi delle materie prime. Ed esperti ed investitori si chiedono se le vendite copiose a cui si è assistito la scorsa settimana sono state un fuoco di paglia, oppure se devono essere considerate come l'inizio di un'inversione di tendenza della dinamica rialzista in vigore da un anno e mezzo
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Opec diviso sulla quantità di petrolio da estrarreSe da un lato i timori 'macro' sullo stato dell'arte dell'economia mondiale si sono recentemente acuiti alla luce della diffusione della variante Delta, i fondamentali 'micro' della maggior parte delle materie prime rimangono solidi, come dimostra il calo delle scorte per oltre 5 milioni di barili a cui si è assistito solo la scorsa settimana
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Ad alimentare gli acquisti di oro nero inoltre, spiegano operatori londinesi giunge anche la consapevolezza secondo cui l'Opec restituirà al mittente la richiesta del presidente americano Joe Biden di aumentare la produzione al fine di provocare lo sgonfiamento dei prezzi del carburante arrivati a fine luglio a livelli che non si vedevano dall'ottobre 2014 a 2,36 dollari il gallone.
"Riad non ha apprezzato l'apertura di Washington a Teheran", spiega un gestore, aggiungendo inoltre come proprio "le preoccupazioni sull'impatto che la diffusione della variante Delta possa sortire sui consumi soprattutto quelli aerei offrano un pretesto per riaprire i rubinetti"
Non va poi tralasciato il fatto che, dopo le vendite della scorsa settimana, il posizionamento rialzista dei trader sia stato ridotto, decongestionando così il mercato dagli eccessi speculativi. Nel complesso, dunque, la maggior parte delle banche d'affari mantiene una view rialzista sul comparto energetico. Proprio venerdì scorso Rabobank aveva evidenziato come il mercato petrolifero rimarrà "teso" e che una volta terminata le vendite degli algoritmi i prezzi torneranno a salire

Si risolleva anche il rame. Secondo alcuni trader londinesi, il rialzo dei prezzi sarebbe determinato dal cosiddetto 'bargain hunting', ossia dagli acquisti opportunistici che solitamente arrivano dopo una marcata fase di correzione. Proprio la scorsa settimana il metallo aveva registrato un calo del 6% in scia ai timori del mercato sul rallentamento dell'economia mondiale arrivando a 8750 dollari

Ad alimentare l'ottimismo ci ha pensato Goldman Sachs che, in una nota diffusa ai clienti, ha spiegato come i prezzi dei metalli industriali saranno sostenuti dai deficit sul mercato fisico

"Le scorte di tutti i metalli di base si sono esaurite nel terzo trimestre e per la maggior parte stanno diminuendo al ritmo più veloce registrato da inizio anno - spiega Goldman Sachs - in particolare, notiamo come le scorte di rame in Cina siano ora inferiori di circa il 30% rispetto al picco di metà trimestre, mentre gli indicatori ad alta frequenza, come i premi fisici e l'arbitraggio delle importazioni, indicano tutti una tendenza al restringimento del mercato"

Poiché la domanda migliora stagionalmente da settembre, aiutata dalla riduzione degli effetti di blocco e da alcuni probabili aggiustamenti delle politiche di supporto, Goldman Sachs prevede "una continua restrizione del mercato nel quarto trimestre e sostegno a maggiori volumi di importazione di metallo raffinato". "Questa configurazione - conclude - offrirà supporto per una tendenza al rialzo dei prezzi sia del rame che dell'alluminio"