Opec diviso sulla quantità di petrolio da estrarre: prezzi ai massimi

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I prezzi del petrolio sono in rialzo per via dell'accordo difficile da trovare tra i gruppi produttori. Guarda il video

Il petrolio vola ai massimi da oltre sei anni spinto dallo stallo all'Opec+, il cartello di paesi produttori di greggio, dove un accordo sulla produzione appare lontano. Le quotazioni del greggio Wti sono schizzate ieri fino a 76,98 dollari prima di ripiegare, in un rallentamento che gli analisti ritengono solo fisiologico in attesa di un nuovo balzo. Avanza deciso anche il Brent, volato a 77,84 dollari.

 

Come spiega l'Ansa, a pesare sono le conseguenze di un mancato accordo all'Opec+ che fa temere una stretta nelle forniture sul mercato in un momento in cui i consumi ripartono fra il boom delle vacanze estive e l'allentamento delle restrizioni per il Covid. All'interno del cartello dei paesi produttori gli Emirati Arabi Uniti premono per livelli più alti della produzione incontrando però la resistenza dell'Arabia Saudita. I tentativi di mediazione non si sono finora tradotti in risultati agitando lo spettro di una guerra dei prezzi fra i produttori, con un conseguente aumento dei prezzi per i consumatori. I prezzi della benzina negli Stati Uniti sono già saliti a 3,13 dollari al gallone (un gallone sono 3,8 litri) dai 3,05 dollari del mese scorso. E la corsa sembra destinata a continuare, con un aumento di altri 10-20 centesimi entro la fine di agosto. Rincari anche in Italia, dove i prezzi della benzina sono schizzati ai massimi dal 2018, con un aumento del 16,4% dall'inizio dell'anno.

 

Di questo ha parlato Monica Defend (Amundi) a Sky TG24 Business. Riguarda nel video il suo intervento. Clicca qui o vedi sotto invece l'intera puntata, con Francesco Saraceno (Science Po) e Pimm Fox (Newest).

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