Tramite un QR code, visibile su ogni confezione di pasta, si potrà accedere a tutte le informazioni, in maniera trasparente, per verificare tutti gli standard di qualità adottati per quello specifico lotto di produzione
E’ iniziata la sfida della pasta di Gragnano. A disposizione del consumatore, a portata di smartphone, ci saranno le informazioni su tutta la catena di produzione: dai campi di grano, alla semola selezionata dal mulino di fiducia, passando per il lento processo di essiccazione fino al confezionamento della pasta. La pasta di Gragnano si avvia così verso la tecnologia blockchain, attraverso il nuovo marchio 28 Pastai, in collaborazione con Authentico. Tramite un QR code, visibile su ogni confezione di pasta, si potrà accedere a tutte le informazioni, in maniera trasparente, per verificare tutti gli standard di qualità adottati per quello specifico lotto di produzione.
Riconoscimento IGP di Gragnano
Una novità, spiega l'azienda in una nota, "che mette fine alle polemiche degli ultimi mesi sulla veridicità di alcune caratteristiche peculiari delle paste artigianali, come quella di Gragnano, come l'origine delle materie prime utilizzate, i tempi e le temperature di essiccazione". 28 Pastai, si legge, "ha già ottenuto il riconoscimento IGP di Gragnano", mentre "il pastificio ha una capacità produttiva di 750.000 kg/anno".
"Oltre alla pasta, su cui negli ultimi anni c'è stata molta confusione, vogliamo portare sulle tavole di casa e dei ristoranti qualcosa di più: la trasparenza. È quello che abbiamo cercato di fare con 28 Pastai, certificando tutto il processo produttivo con la migliore tecnologia esistente, la blockchain, accessibile da qualsiasi smartphone", ha spiegato l'imprenditrice Elena Elefante, alla guida del pastificio.