Pasta italiana cibo dell’anno Covid: +16% di esportazioni. E ora la sfida sostenibilità

Economia sponsorizzato
pasta_garofalo

Nel 2020 uno dei prodotti gastronomici per eccellenza del Belpaese ha fatto segnare un record storico delle esportazioni con un valore superiore ai 3,1 miliardi. Gli americani sono i principali consumatori di spaghetti, rigatoni e penne al di fuori dello Stivale. E negli ultimi 10 anni i produttori hanno ridotto i consumi di acqua e le emissioni di Co2 per la produzione, come testimonia anche Pasta Garofalo nel suo Report di sostenibilità 2020

Nel primo anno del Covid, il 2020, la pasta italiana ha fatto registrare un record storico delle esportazioni con un valore superiore ai 3,1 miliardi equivalente a un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Un primato che emerge da un’analisi della Coldiretti basata su dati Istat, che mette in evidenza come mai tanta pasta made in Italy sia stata consumata sulle tavole di tutto il mondo. Numeri che ovviamente fanno felici i produttori impegnati in numerose sfide, su tutte quella legata alla sostenibilità accentuata ulteriormente dall’avvento della pandemia. Un aspetto che emerge anche dal Report di sostenibilità 2020 del Pastificio Garofalo, il primo pubblicato dall’azienda di Gragnano, redatto in collaborazione con Lifegate, in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti nel 2016 dal Global Reporting Initiative (GRI), il riferimento più diffuso a livello internazionale che promuove lo sviluppo di una rendicontazione volontaria delle performance economiche, ambientali e sociali.

Il report della sostenibilità di Pasta Garofalo

“I consumatori italiani - si legge in una parte dell’ampio report di Pasta Garofalo - ritengono la pa-sta un alimento salutare, in quanto prodotto-simbolo della dieta mediterranea, confermata da numerosi studi come la più sostenibile, rispettosa del territorio e della biodiversità. A differenza di altre categorie industriali, la pasta non ha un vissuto problematico nella percezione dei clienti fina-li. Gioca a favore di quest’immagine positiva un consumo molto radicato nelle nostre tradizioni cu-linarie: quasi 9 italiani su 10 mangiano pasta regolarmente e oltre 1 su 3 la porta in tavola tutti i giorni”.

Gli americani i maggiori consumatori mondiali di pasta italiana

Ma la pasta italiana è amata anche all’estero. La Coldiretti ha stilato anche una classifica dei Pae-si che nel 2020 hanno mangiato la maggior quantità di pasta del Belpaese, escludendo ovviamen-te l’Italia. In testa ci sono gli Stati Uniti con un aumento record del 40%. Superate Francia (+4,3%) e Germania (+16%). Ma penne, spaghetti, rigatoni sono sempre più amati anche in Gran Bretagna (+19%). Notevole è la crescita negli altri continenti con un aumento ragguardevole del 39% in Au-stralia mentre in Asia – continua la Coldiretti – si registra un balzo aumento in Giappone (+16%) e in Cina (+23%). E gli italiani? Continuano ad essere i principali consumatori di pasta nel mondo con un quantitativo di 23,5 chilogrammi all’anno a testa. Nel 2020, gli italiani – sottolinea la Coldi-retti – hanno aumentato gli acquisti in valore del 10% nel 2020 con punte del 29% per quella pro-dotta solo con grano tricolore grazie anche all’indicazione dell’origine delle materie prime impiega-te nell’etichetta.

La corsa verso la sostenibilità

L’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta è in vigore dal 2018 ed è un fattore che ha spinto le principali industrie alimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale. Quello sulle materie prime è uno dei tanti aspetti sui quali i produttori di pasta italiani sono concentrati nella più ampia corsa alla sostenibili-tà, da più parti auspicata e cercata, non solo dalle stesse aziende ma anche da parte dei con-sumatori.

Menna (ad Pastificio Garofalo): “Sostenibilità una sfida per noi stessi”

Che la sostenibilità sia una sfida per le aziende produttrici di pasta lo confermano le parole di Massimo Menna, amministratore delegato del Pastificio Garofalo: “Il 2020 è stato un anno fuori dal comune che ha lasciato un segno nella vita di tutti noi. Ed è proprio in questo anno così particola-re che abbiamo deciso di pubblicare il nostro primo Report di Sostenibilità che, in qualche modo, rappresenta una sfida per noi stessi: in virtù dei valori che dalle nostre origini ci contraddistin-guono, ovvero la qualità, l’innovazione, la trasparenza, il rispetto delle diversità e la passione, ab-biamo infatti voluto rispondere con gesti concreti alle richieste dei nostri consumatori, sempre più consapevoli e attenti a ciò che portano in tavola”.

La pasta e la lotta allo spreco alimentare

Secondo il Report di sostenibilità 2020 di Pasta Garofalo, “anche sul fronte della lotta allo spreco alimentare, i produttori di pasta possono contare su molti vantaggi, come la lunga durabilità e la facilità di recupero degli scarti di produzione”. Nel Report si osserva che “la pasta è inoltre un ingrediente dai costi contenuti e non richiede il consumo di ulteriore energia per la sua conservazione. Infine, si inserisce perfettamente nei trend alimentari emergenti, come le diete “plant-based” (vegetariane e vegane) e questo avvalora la sua immagine sostenibile”. Non è però solo questione di immagine, ma anche di fatti. Il settore pastario, infatti, ha intrapreso (grazie all’associazione di categoria Unione Italiana Food), un percorso di responsabilità che ha portato in dieci anni alla riduzione complessiva del 20% di consumi di acqua, e del 21% di emissioni di Co2 equivalente, contribuendo così a ridurre a livello di settore l’impronta ecologica di quest’alimento.

Le tematiche di sostenibilità di Pasta Garofalo

Pasta Garofalo ha individuato tre principali ambiti di azione per la sostenibilità nel Report 2020. La prima priorità è quella di fornire ai consumatori "prodotti sicuri e di qualità”. Il pastificio di Gragnano garantisce “una materia prima di elevata qualità che viene selezionata con la massima cura e seguita e controllata in ogni fase della lavorazione, secondo un processo produttivo che fa tesoro di esperienze antiche, frutto dei risultati di continue ricerche e di un’interpretazione originale del gusto”. Non solo i consumatori, nel Report 2020 viene evidenziata anche la “centralità delle persone” attraverso due fasi: “Continua dedizione ai propri dipendenti, che rendono possibile ogni giorno, con il loro impegno, lo svolgimento delle attività nel rispetto dei valori aziendali” e “grande attenzione per la collettività, con cui il pastificio dialoga costantemente per creare relazioni di valore durature nel tempo”. Infine, ma non meno importante, il “rispetto dell’ambiente" con “l’impegno a ridurre il proprio impatto ambientale, prestando attenzione ai consumi energetici, alle emissioni e ai materiali che vengono utilizzati e ad una gestione virtuosa dei rifiuti”. Molte di queste politiche messe in atto dal pastificio sono documentate nel sito internet comesifagarofalo.it, lanciato nel 2018 per la volontà sempre maggiore di massima  trasparenza nei confronti dei consumatori.

Economia: I più letti