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Rincari energia, il cambiamento climatico spunta anche in bolletta con gli Ets

Economia

Lorenzo Borga

Aumentano le bollette di luce e gas, per gli incrementi di prezzi di gas e petrolio. Ma anche per le politiche ambientali dell'Ue

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La notizia è che nei prossimi tre mesi la bolletta di luce e gas sarà più costosa, di quasi il 10 per cento per l’elettricità e del 15,3 per il gas, in media per chi è ancora nel mercato tutelato. Un forte aumento, uno dei più elevati degli ultimi anni, che provocherà il sorpasso del costo di luce e gas rispetto al pre-pandemia durante la quale i prezzi erano calati di molto.

Gas e petrolio record

Ma il fatto interessante è capire la causa dell’aumento, anche perché potrebbe non trattarsi di un fenomeno passeggero. Solitamente eravamo abituati a dover sborsare di più per l’energia nei momenti di picco del prezzo delle fonti energetiche. Vale a dire soprattutto gas e petrolio, che in effetti sono ai massimi da anni per gli effetti della repentina ripresa economica globale. Il petrolio (futures sul Wti) è ai massimi dal 2018, mentre il gas naturale in Europa ha toccato i picchi degli ultimi dodici anni.

Il fattore ambientale

Ma c’è un elemento di novità rispetto al solito. Lo segnala anche Arera: a contribuire all’aumento c'è pure la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, chiamati con un acronimo Ets.

In sostanza si tratta di autorizzazioni a inquinare per le aziende europee, che possono essere scambiati in un vero e proprio mercato. Se un’azienda deve inquinare più di quanto aveva previsto, dovrà comprare altri permessi e subire un costo, se invece riesce a ridurre le emissioni potrà venderli così da premiare la riduzione dell'impatto ambientale. E ovviamente come in ogni mercato a determinare il prezzo sono domanda e offerta. La prima è in aumento grazie alla ripresa tanto attesa, mentre l'offerta invece potrebbe presto ridursi perché l’Unione Europea si appresta a tagliare gradualmente il numero di questi permessi, in modo tale da spingere le aziende europee a contrarre le proprie emissioni inquinanti. E così dunque anche le imprese produttrici di energia devono scaricare parte dei costi crescenti sui consumatori. E così la crescita del prezzi degli Ets si riflette nella ripida salita del valore di gas e petrolio. D'altronde il governo è proprio grazie ai proventi delle vendite di tali Ets che è riuscito a calmierare, con 1,2 miliardi di euro, l'aumento della bolletta che altrimenti per l'elettricità avrebbe raggiunto il +20 per cento invece del 10.

 

Su questo punto la proposta della Commissione europea è attesa per il 14 luglio, giorno in cui verranno svelate le carte anche sulle politiche commerciali punitive verso i paesi che importano in Ue prodotti inquinanti, con rischi di ulteriori aumenti di prezzo. Si svelerà allora una buona parte della via europea alla neutralità climatica entro il 2050, che – come diventa sempre più chiaro e come è ogni rivoluzione che si rispetti – non sarà un “pranzo di gala”.