
Riforma del fisco, dalla nuova Irpef a patrimoniale: le proposte dei partiti
Le forze politiche di Camera e Senato concordano sulla necessità di abbassare le tasse sul ceto medio rivedendo il terzo scaglione dell'Irpef, ma divergono sulle modalità con cui arrivare all'alleggerimento. I gruppi parlamentari hanno presentato le proprie proposte, a partire dal quale dovrà essere elaborato un documento unico che servirà da base per la proposta di legge delega sulla riforma del fisco

Tutti i partiti concordano sulla necessità di abbassare le tasse sul ceto medio. In termini fiscali significa rivedere il terzo scaglione dell'Irpef, quello fra i 28 e i 55mila euro, sul quale l'aliquota fa un balzo di ben 11 punti percentuali, dal 27% al 38%. Secondo tutto l’arco parlamentare quell'aliquota va rivista. Ma su come farlo le posizioni sono molto più divergenti. È quanto emerge dai documenti depositati in commissione Finanze di Camera e Senato da tutti i gruppi, in vista di una proposta parlamentare che dovrà essere prodotta entro il 30 giugno
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Il documento servirà da base per la proposta di legge delega sulla riforma del fisco che deve essere approvata dal Consiglio dei Ministri entro il 31 luglio. Me se sull'alleggerimento del peso fiscale sui redditi del terzo scaglione Irpef c'è una volontà comune, variano a seconda del partito le modalità per arrivarci. Destra e sinistra si differenziano
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Lega, Forza Italia, ma anche M5S propendono per una riduzione delle aliquote passando dalle cinque attuali a tre, mentre Pd e Leu preferiscono il modello tedesco. Da Lega e da Forza Italia si tiene a sottolineare che le tre aliquote sono un "compromesso" rispetto al loro vero obiettivo che resta sempre quello di una tassa piatta su tutti i redditi
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Quanto al modello tedesco, che Leu vorrebbe estendere anche alle partite Iva, questo garantisce invece meglio la progressività, perché, con un algoritmo, il peso fiscale aumenta in armonia matematica con l'aumentare del reddito

Oggi, 9 giugno, le commissioni Finanze riunite di Camera e Senato inizieranno l'esame delle diverse proposte con l'obiettivo di redigere un documento unitario. Irpef a parte, le posizioni sono al momento molto distanti su diversi punti. La Lega si batterà per mantenere il regime forfettario per le partite Iva ed estenderlo (con un'aliquota del 20%) fino ai redditi di 100.000 euro

Il Partito Democratico resta fermo nella sua proposta di tassa di successione con un'aliquota del 20% sopra i 5 milioni di euro. Ipotesi a cui è totalmente contraria Forza Italia di tassa: sarebbe anzi per abolirla completamente come sulle donazioni, ma non potendo tenterà di far innalzare il valore imponibile esente per gli eredi in linea diretta o il coniuge

LeU propone una patrimoniale progressiva fino all'1% sopra una certa soglia di reddito, verrebbero però contemporaneamente eliminata l'Imu e le altre imposte che gravano sui patrimoni, in un'ottica di semplificazione

Sia Italia Viva sia Forza Italia sono per l'abolizione dell'Irap. Mentre il Pd è per reintrodurre l'Iri (Imposta sul reddito d'impresa) con un aliquota al 24%, d'accordo su questo anche M5S, ma dovrà essere una nuova Iri sentando le imprese dalla tenuta della contabilità ordinaria

Sia Forza Italia sia Lega prevedono poi una "No tax area" che la Lega fisserebbe a 10.000 euro e Forza Italia a 12.000. Infine la "pace fiscale" con un condono sul "magazzino" di cartelle di difficile riscossione che - secondo Forza Italia - potrebbe finanziare proprio "la fase di avvio della riforma"