In attesa della sentenza del Consiglio di Stato, sull'ex Ilva gli opinionisti si dividono tra chi crede che l'acciaio non sia una produzione più sostenibile per l'Italia, e chi invece pensa il contrario. L'opinione di Marco Bentivogli
I prezzi delle materie prime e dell'acciaio sono stati a livelli record per settimane, causando ritardi nella produzione e nel commercio globale. Ma per anni i prezzi dell'acciaio sono rimasti bassi, favorendo la produzione da parte della Cina che ha dei costi di produzione più bassi.
Per questo alcuni commentatori economici ritengono che non sia più strategico per un paese sviluppato come il nostro investire nella lavorazione dell'acciaio, a partire dall'ex Ilva di Taranto. Altri invece credono che la pandemia abbia rilanciato l'importanza di avere in prossimità alcuni elementi imprescindibili per la produzione e l'economia, come appunto i metalli.
In questo secondo gruppo siede Marco Bentivogli, ex segretario della Fim Cisl. Intervistato da Sky TG24 al Festival di Trento ha affermato che «l'export italiano per il 50% è fatto di industria metalmeccanica, esportazioni costruite sul metallo alimentate da un primario fatto di siderurgia e metallurgia. I paesi hanno scoperto che è fondamentale mantenere in prossimità il proprio primario per non avere problemi sulla catena del valore. Il problema vero è che stiamo importando metallo e acciaio dal nord della Germania e dalla Turchia».
Bentivogli ha inoltre aggiunto, riferendosi alla recente sentenza di primo grado che ha condannato gli ex proprietari dell'acciaieria, che «si sta dando la colpa solo ai privati, quando la gestione è stata in mano a operatori non pubblici solo per 16 anni. ArcelorMittal sta facendo di tutto per uscire dall'Italia, ma la colpa è della politica inaffidabile».