
Recovery Plan, il 40% delle risorse andrà al Sud Italia: cosa prevede il piano
La crescita del Mezzogiorno è uno degli aspetti prioritari del Pnrr italiano. Draghi ha precisato che "le risorse corrispondono al 40%". Il ministro dell'Economia, Daniele Franco: occorre "colmare un divario ancora troppo ampio con il Nord". Ecco quali sono gli investimenti e gli obiettivi fissati dal governo e condivisi con l'Ue

La crescita del Mezzogiorno è uno degli aspetti prioritari del Pnrr italiano. Tanto che il Piano, come ricordato dal premier Mario Draghi in Aula alla Camera, "spiega in modo chiaro come verranno inserite le risorse per il Sud: il 40% delle risorse a fronte del 34% della popolazione, ripartite con il criterio del territorio. Sono 82 miliardi, una cifra molto più alta della quota di Pil"
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“Sono misure che si inseriscono in una visione complessiva per far ripartire e accelerare una crescita del Sud ferma da ormai mezzo secolo”, ha precisato ancora il premier
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Sul tema è intervenuto anche il ministro dell'Economia, Daniele Franco: “Solo se chiudiamo i divari di genere, generazionali e regionali, possiamo raggiungere una crescita robusta e sostenibile nel medio termine"
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Franco ha quindi spiegato che "l'inclusione è un obiettivo generale" di tutte le missioni del Piano. "Si declina lungo tre dimensioni principali: parità di genere, inclusione giovanile e riduzione delle disparità regionali". E ha ribadito: in particolare al Sud è destinato il 40% delle risorse, per "colmare un divario ancora troppo ampio con il Nord"
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Come si legge nel Pdf del Piano, "il governo ha deciso di investire non meno del 40% delle risorse territorializzabili del Pnrr (pari a circa 82 miliardi) nelle otto regioni del Mezzogiorno"
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Nel Pnrr viene poi specificato che "le riforme per migliorare la pubblica amministrazione e accelerare gli investimenti hanno un impatto rilevante sul Sud e contribuiscono a una migliore efficacia nell’impiego dei fondi esistenti, tra cui i fondi SIE e il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, e a favorire un maggior assorbimento nelle regioni meridionali degli incentivi e delle risorse assegnate su base competitiva, come il cosiddetto superbonus edilizio"
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Gli interventi della Missione 1 permettono di incidere sulla produttività delle PMI del Mezzogiorno e di migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne. Mentre gli interventi sulla transizione ecologica della Missione 2 "contribuiscono al superamento dei divari territoriali"

La qualità delle infrastrutture è al centro della Missione 3, con gli investimenti volti a rafforzare le infrastrutture del Mezzogiorno. Mentre la Missione 4 includerà i progetti relativi ad asili e scuole per l’infanzia, lotta all’abbandono scolastico, edilizia scolastica e contrasto alla povertà educativa

Nello specifico, per quanto riguarda le infrastrutture, al Sud si lavorerà per un "miglioramento dei collegamenti ferroviari". Per esempio "si estenderà l’Alta Velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia", si legge nel pdf del Piano

"Non è una questione di campanili: se cresce il Sud, cresce anche l'Italia. Più del 50% del totale degli investimenti in infrastrutture - soprattutto l'alta velocità ferroviaria e il sistema portuale - è diretto al Sud", ha ribadito anche lo stesso Draghi nelle comunicazioni in Aula alla Camera sul Recovery del 26 aprile

Nella Missione 5 sono invece comprese le misure che rafforzano i servizi essenziali e incidono sul divario di connettività e digitalizzazione. Mentre la Missione 6 sarà dedicata alla riorganizzazione delle politiche della salute