Dati Istat: il Covid svuota le città, mare e hinterland attirano nuovi residenti
Con la pandemia da coronavirus si è registrata una fuga dalle grandi metropoli, in favore di centri ritenuti più vivibili, da dove per molti è possibile continuare a lavorare anche grazie allo smart working. Lo dice l’elaborazione effettuata dal Sole 24 Ore sulla base dei bilanci demografici mensili Istat, aggiornati fino a ottobre 2020, relativi alla popolazione residente nei comuni capoluogo delle 15 città metropolitane
Con la pandemia da coronavirus crollano i trasferimenti di residenza nelle grandi città, mentre mare, lago e hinterland attirano nuovi residenti. Lo dice l’analisi dei bilanci demografici mensili Istat effettuata dal Sole 24 Ore
Istat, nel 2020 vendite al dettaglio diminuite del 5,4%: calo peggiore da almeno 10 anni
Nelle metropoli si è registrato un saldo migratorio nettamente negativo nel 2020, che ha visto accentuarsi un fenomeno già in corso da anni
Covid, stima Istat: saldo nati-morti 2020 a -300mila. Mai così male da influenza spagnola
Quello che si è registrato è dunque un complessivo calo della popolazione residente nei comuni capoluogo delle 15 città metropolitane
Istat, a dicembre 101mila occupati in meno: 99mila sono donne. Disoccupazione sale al 9%
Va chiarito che con l’emergenza coronavirus gli spostamenti sono generalmente diminuiti su tutto il territorio nazionale
Tuttavia anche questo ha contribuito a far prendere decisioni particolari per spostarsi nel miglior luogo dove poter vivere a lungo termine
Attualmente nelle città metropolitane vive il 16% della popolazione italiana, ma i residenti sono in calo da ormai cinque anni
Uniche eccezioni Bologna e Milano, dove dal 2015 a 2020 i residenti sono aumentati rispettivamente del 2,3% e del 4,1%
Tuttavia il dato complessivo relativo alle grandi città registra un calo di residenti del 2,4%, di cui una diminuzione dello 0,7% solo nell’ultimo anno
Tra le città che hanno perso più residenti ci sono: Catania, che ha perso il 6,4% nell’ultimo anno; Firenze (nella foto), che ha perso il 5,6%; Messina, che ha perso il 5,4%; e Reggio Calabria, che ha perso il 5,2%
Al fenomeno delle migrazioni purtroppo si aggiunge anche quello dei decessi: nelle 15 città italiane più grandi si è registrato un incremento dell’8,9% dei decessi tra gennaio e ottobre 2020
La città di Milano ha fatto registrare addirittura un incremento del 21%, vale a dire 4mila morti in più rispetto al 2020
Con il virus nelle città metropolitane le iscrizioni anagrafiche sono calate in media del 23% e le cancellazioni dell’8,7%
A guadagnarci sono state soprattutto le città vicine al mare, ai laghi e dell’hinterland
Tra gli esempi c’è quello del comune di Bereguardo (Pavia), nel parco naturale della Valle del Ticino, che durante la pandemia ha conquistato più di 7 nuovi residenti ogni 100 abitanti
Tra le città marittime c’è Castel Volturno, nel golfo di Gaeta (Caserta), che ha chiuso l’ultimo anno con 740 residenti in più
Complice lo smart working in molti hanno scelto di spostarsi in centri più vivibili e spesso con affitti più bassi
Un altro caso è infatti quello di San Benedetto del Tronto, città marittima che ha chiuso il 2020 con 459 residenti in più. Vale a dire un aumento quasi dell’1%
Ma in molti hanno deciso di spostarsi dalle grandi città per raggiungere centri satellite comunque vicini alle metropoli
Una situazione di questo tipo si è verificata per esempio a San Zeno di Montagna, non molto distante da Verona
Tra le città più attrattive oltre i 65mila abitanti c’è anche Aprilia (Latina), dove un sesto dei nuovi residenti dell’ultimo anno sono arrivati da Roma