Istat, nel 2020 vendite al dettaglio diminuite del 5,4%: calo peggiore da almeno 10 anni

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Secondo l’Istituto, dal 2010 non c'è mai stato un calo annuo superiore a questo. “L'unica forma distributiva a segnare una forte crescita è stata il commercio elettronico (+34,6%). Il comparto non alimentare ha subito una pesante caduta (-12,2%), anche a causa delle chiusure degli esercizi disposte per fronteggiare l'emergenza” Covid. Risultato positivo per il settore alimentare: +3,7% in valore e +2,1% in volume. I dati rivelano corsa agli acquisti nei discount, crollo per i mega-store

Nel 2020 le vendite al dettaglio sono diminuite del 5,4%: è stato l'anno peggiore da almeno dieci anni. A rivelarlo è l’Istat. Secondo i dati dell’Istituto, a partire dal 2010 non c'è mai stato un calo annuo superiore a questo. “L'unica forma distributiva a segnare una forte crescita è stata il commercio elettronico”: +34,6%. “Il comparto non alimentare – continua l’Istat – ha subito una pesante caduta, anche a causa delle chiusure degli esercizi disposte per fronteggiare l'emergenza sanitaria, mentre il settore alimentare ha segnato un risultato positivo” (COVID: GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).

Vendite alimentari in positivo, non alimentari -12,2%

Per le vendite alimentari, sottolinea l’Istituto, il risultato dell'anno è +3,7% in valore e +2,1% in volume. Per quelle non alimentari, -12,2% sia in valore sia in volume. “Hanno registrato un marcato calo delle vendite nel 2020 – aggiunge l'Istat – sia le imprese operanti su piccole superfici, sia le vendite al di fuori dei negozi. La grande distribuzione ha risentito negativamente dall'andamento del comparto non alimentare. L'unica forma distributiva a segnare una forte crescita è stata il commercio elettronico”.

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Le stime: a dicembre 2020 aumento rispetto a novembre

Per le vendite al dettaglio, a dicembre 2020 l'Istat stima un aumento rispetto a novembre del 2,5% sia in valore sia in volume, ma un calo su base annua del 3,1% in valore e del 3,2% in volume. Rispetto a dicembre 2019 crescono soprattutto le dotazioni per l'informatica e le telecomunicazioni, crollano vestiti e calzature. Nel quarto trimestre, emerge un calo congiunturale dell'1,5% in valore e dello 0,8% in volume. Questo “andamento è determinato dai beni non alimentari che calano del 4,5% in valore e del 3,2% in volume, mentre crescono le vendite dei beni alimentari (+2,4% in valore e +2,2% in volume)”, scrive l'Istat.

Operai al lavoro nella catena di montaggio della Fiat Panda nello stabilimento di Pomigliano d'Arco a Napoli, in una foto d'archivio.  ANSA / CIRO FUSCO

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Le variazioni rispetto ai beni

I dati congiunturali relativi a dicembre, poi, indicano che "crescono marcatamente le vendite dei beni non alimentari (+4,8% in valore e +4,5% in volume) mentre sono quasi stazionarie le vendite dei beni alimentari (+0,1% in valore e +0,2% in volume)”. Su base annua, i beni non alimentari hanno variazioni tendenziali negative per quasi tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di dotazioni per l'informatica, telecomunicazioni, telefonia (+15,3%), utensileria per la casa e ferramenta (+2,3%), mobili, articoli tessili e arredamento (+0,5%). Le flessioni più marcate riguardano abbigliamento e pellicceria (-23,4%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-14,6%). “Rispetto a dicembre 2019 – si legge nella nota dell'Istat – il valore delle vendite al dettaglio diminuisce sia per la grande distribuzione (-2,5%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-6,6%). Le vendite al di fuori dei negozi calano del 12,3% mentre il commercio elettronico è in forte aumento (+33,8%)”.

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Corsa agli acquisti nei discount, crollo per i mega-store

I dati Istat rivelano, inoltre, che a dicembre 2020 si è vista una corsa agli acquisti alimentari nei discount che non si vedeva da dieci anni. Le vendite sono cresciute del 15,7% rispetto a dicembre 2019, nell'aumento maggiore a partire da dicembre 2010. Il risultato dei discount ha così doppiato la crescita delle vendite delle botteghe alimentari e dei supermercati (+7,6% per entrambi) nel mese degli acquisti per il Natale. Gli ipermercati hanno, invece, avuto un calo del 2,1%. La crisi e le misure di contenimento anti Covid hanno poi affossato i mega-store. L'Istat registra un calo del 21,1% nell'intero 2020 e una contrazione del 25,1% a dicembre per le vendite dei grandi esercizi specializzati in una tipologia di prodotti non alimentari. Sono in calo anche le vendite dei negozi non alimentari operanti su piccole superfici, ma in questo caso il crollo si ferma al -14,4% nell'intero anno e al 10,5% a dicembre. Un calo a due cifre colpisce anche le vendite al di fuori dei negozi, come quelle degli ambulanti, che segnano -13,9% nel 2020 e -12,3% a dicembre.

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