
Quota 100, con la fine del 2021, verrà meno. In mancanza di un nuovo assetto, si dovrebbe tornare alla legge Fornero, con il requisito dei 67 anni di età per uscire dal mondo del lavoro. Anche l’Inps, intanto, ha avanzato le sue proposte, in uno schema che si basa su quattro cardini. Ecco le idee al vaglio

Continua la discussione sulla riforma del sistema pensionistico. Quota 100, con la fine del 2021, verrà meno e già da settembre governo e sindacati hanno avviato i tavoli di confronto. In mancanza di un nuovo assetto, si dovrebbe tornare alla legge Fornero, con il requisito dei 67 anni di età per accedere alla pensione. Anche l’Inps, intanto, ha avanzato le sue proposte, in uno schema che si può riassumere in quattro punti. Ecco le idee al vaglio
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FLESSIBILITÀ IN USCITA - Le proposte dell’Inps sono state esposte a fine ottobre da Pasquale Tridico alla Camera dei deputati. Fra i quattro punti c’è quello della flessibilità in uscita: ci si propone di ridurre l’età di accesso alla pensione, ma anche di utilizzare coefficienti più vantaggiosi per chi svolge lavori usuranti e gravosi. Nello specifico, con i 62 anni di età e con 20 anni di contributi, si potrebbe chiedere un anticipo del trattamento pensionistico
LA RELAZIONE ANNUALE DELL'INPS
L'assegno verrebbe calcolato in una prima fase solo con riferimento alla parte contributiva. La parte retributiva scatterebbe invece una volta compiuti i 67 anni di età. Sarebbe inoltre possibile richiedere un anticipo del trattamento retributivo da scalare una volta maturato il diritto alla pensione piena
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LAVORI USURANTI - Per l’Inps è necessario garantire una adeguata tutela a chi svolge lavori usuranti e a chi perde l’occupazione dopo i 60 anni. Per questo è necessario ribadire e potenziare l’Ape sociale e il trattamento anticipato per i precoci (Foto: Ipa)
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Sempre in occasione del XIX Rapporto annuale dell'Istituto, il presidente dell'Inps ha spiegato in che modo la riforma Fornero aveva tentato di coniugare diversi obiettivi

Il riferimento è a un elevato tasso di disoccupazione giovanile, a una bassa partecipazione al mercato del lavoro nelle regioni del Sud, e al gender gap, con riferimento sia alla partecipazione femminile nel mercato del lavoro che ai differenti salari tra uomini e donne