Coronavirus, Montezemolo: “Se non arrivano aiuti Italo sarà costretto a fermarsi”

Economia
©Ansa

Il presidente della società Nuovo Trasporto Viaggiatori al Corriere della Sera: “Il decreto rilancio prevedeva la creazione di un fondo di circa 1,2 miliardi a sostegno delle imprese di trasporti a mercato, cioè alta velocità e servizio merci, ma siamo a novembre e non è arrivato nulla”. E aggiunge: “Non si è rafforzato il trasporto locale, e i treni disponibili di Italo oggi potrebbero essere utili proprio per rafforzare la sicurezza, la qualità e ridurre l’affollamento dei regionali”

“Il decreto rilancio prevedeva la creazione di un fondo di circa 1,2 miliardi a sostegno delle imprese di trasporti a mercato, cioè alta velocità e servizio merci, da distribuire in 15 anni. Il governo ha disatteso impegni presi, siamo a novembre e non è arrivato nulla. A questo punto se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo sarà costretto a fermarsi”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Luca Cordero di Montezemolo, fondatore e presidente della società Nuovo Trasporto Viaggiatori. “Non disconosco certo l’impegno del governo - aggiunge l’imprenditore - ma bisogna dirci la verità: il Covid è l’emergenza assoluta, ma non vorrei che diventi anche il paravento per non affrontare di petto con urgenza problemi economico sociali del Paese” (COVID: AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

“I treni di Italo potrebbero essere utili per ridurre l’affollamento dei regionali”

Secondo Montezemolo, “i treni ad alta velocità sembrano cliniche: puliti, posti seduti e quindi tracciabili, ricambio d’aria frequente. Il ministro della Sanità il 14 luglio aveva stabilito che potessimo salire all’80% di capienza, poi un’incomprensibile marcia indietro, con la conseguenza che oggi sui treni ad alta velocità si viaggia al 50%, mentre sul trasporto locale all’80% o al 100%, senza controlli e con pericolosi ammassamenti”. Se Italo si fermasse, aggiunge, “sarebbe una grande sconfitta per il Paese, non solo per noi. La concorrenza nei treni ha consentito di ridurre del 40% le tariffe, e la privatizzazione italiana viene citata come esempio in Europa. Si conosceva il grande rischio di una ripresa della pandemia ad ottobre, e in questi mesi c’è stato un colpevole ritardo: non si è rafforzato il trasporto locale, e i treni disponibili di Italo oggi potrebbero essere utili proprio per rafforzare la sicurezza, la qualità e ridurre l’affollamento dei regionali”.

nella foto cinese con la mascherina sopra il bus (Alberto Lo Bianco/Fotogramma, Roma - 2020-02-05) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

approfondimento

Mezzi pubblici: quattro utenti su cinque sono tornati a usarli

“Troppi annunci che restano tali”

Montezemolo poi osserva: “So che è difficile, ma mi sarei aspettato interventi molto più drastici e meno confusi per i cittadini. Cosa si può fare o no, non è per niente chiaro. Oggi emerge un Paese bloccato, che vive alla giornata, senza una visione. Vedo bonus, sussidi, aiuti, troppi annunci che restano tali, ma nessuna strategia di politica economica”.

“La pandemia rischia di creare una catastrofe educativa”

Infine, sul tema della scuola, l’imprenditore aggiunge: “La priorità di un Paese normale è la scuola, la cultura digitale, la riduzione del gap educativo, l’edilizia scolastica, la formazione degli insegnanti. Non è accettabile che solo il 62% dei ragazzi concluda le scuole superiori e solo il 28% sia laureato. La pandemia rischia di creare una catastrofe educativa, con bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola per la crisi, aumentando un divario educativo già allarmante. Bisogna intervenire in fretta”.

La linea gialla M3 della metro affollata a metà pomeriggio- Passeggeri sui mezzi pubblici a Milano in tempi dicivid e mascherine obbligatorie -  Milano 8 ottobre 2020  Ansa/Matteo Corner

leggi anche

Covid-19, Cts: servono controlli sui mezzi pubblici

Economia: I più letti