Per il reddito di emergenza sono più le domande bocciate dall'Inps che quelle accolte. E rispetto alle stime del governo, solo il 20 per cento delle famiglie ha ricevuto l'aiuto anti-povertà.
Il reddito di emergenza è costruito per aiutare le famiglie più povere in questo periodo di crisi. In particolare quelle che non possono rientrare nel più noto reddito di cittadinanza. Ma per ora a poterlo incassare sono stati molti meno delle aspettative. Secondo gli ultimi dati dell’Inps a fine luglio erano state fatte quasi 600mila richieste. Di queste più di 267mila sono andate a buon fine e dunque le famiglie hanno potuto ottenere gli assegni. Mentre ben 288mila, un dato superiore ai beneficiari, hanno visto la propria domanda respinta: si tratta del 48 per cento del totale. Il restante 7 per cento invece sta attendendo la valutazione da parte dell’Inps.
Gli assegni mensili si aggirano tra i 400 e gli 840 euro. In media secondo l’Inps l’importo fino a ora è stato pari a circa 560 euro. Quasi metà delle domande è stata fatta da cittadini del Sud e delle Isole, un terzo provengono dal Nord Italia e circa il 20 dal Centro.
Raggiunto solo il 22% dell'obiettivo del governo
Il governo, nella relazione tecnica dei decreti “rilancio” e “agosto”, si era però posto l’obiettivo di raggiungere con il reddito di emergenza quasi 1,2 milioni di famiglie. Vale a dire diversi milioni di persone, tenendo conto anche dei figli a carico. Ma per ora le richieste sono state parecchio inferiori: le famiglie che lo hanno potuto ricevere sono solo il 22 per cento dell’obiettivo del governo Conte. Cioè solo una famiglia sulle cinque a cui l’esecutivo intendeva dare il reddito di emergenza. Per chi ancora non lo ha preso è possibile richiederlo fino al 15 ottobre. Ma se il ritmo sarà quello di giugno e luglio non si riusciranno a raggiungere gli obiettivi.
Il bonus tracker di Sky TG24 certifica questo risultato. Delle domande previste, il 22,7 sono state soddisfatte, il 25 sono state rifiutate mentre il 47,5 non è ancora arrivato all’Inps.
Perché?
Perché ci sono state più domande di reddito di emergenza respinte rispetto a quelle accolte? Secondo Massimo Baldini, economista dell’Università di Modena ed esperto delle politiche di welfare, «chi, tra la società civile, ha proposto il reddito di emergenza temeva questo risultato». Ma perché un risultato così sotto le aspettative? «Probabilmente per la complessità della domanda, che lo fa assomigliare molto al reddito di cittadinanza. Credo sia stato soprattutto il requisito dell’Isee (che deve essere inferiore a 15mila euro, ndr) a mettere in difficoltà le famiglie più povere, che quindi in molti casi non hanno mandato la richiesta o l’hanno inviata sbagliata». Secondo Baldini l’alternativa c’era, ed era «richiedere solo l’autocertificazione di non percepire reddito. L’Inps si sarebbe potuta occupare poi di fare verifiche a posteriori e punire gli eventuali truffatori».