Dl Semplificazioni, le idee della Luiss School of Government per semplificare la P.A.
EconomiaLa crisi economica creata dalla pandemia da coronavirus peserà sull’Italia nei prossimi mesi. La School of Government della Luiss ha stilato un Policy Brief che contiene alcune riflessioni “a caldo”, analizzando sfide e limiti del dl e proponendo spunti per migliorare la Pubblica Amministrazione
La pandemia da coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE) ha creato una crisi economica con pochi precedenti, che ha già colpito l’Italia e potrebbe farlo ancora nei prossimi mesi. Molti esperti concordano che nel nostro Paese, una efficace politica di semplificazione amministrativa potrebbe consentire uno sviluppo economico più intenso. Motivo per cui il governo sta cercando di stimolare la crescita anche col recente Dl semplificazioni. In attesa di un testo definitivo del provvedimento, la School of Government della LUISS ha stilato un Policy Brief che contiene alcune riflessioni “a caldo” sul tema (QUI IL TESTO INTEGRALE).
Le conclusioni del report
Secondo il report, “pare positivo l’alleggerimento della disciplina degli affidamenti di lavori, servizi e forniture. Il tutto da una parte senza abbandonare i necessari controlli di legalità e dall’altra senza escludere la possibilità di avvalersi di Commissari straordinari per le opere di maggiore complessità. Utilissimo inoltre iniziare a mettere mano agli “incentivi” alla semplificazione. Condivisibile è la proposta di circoscrivere a specifiche condotte illecite il reato di “abuso d’ufficio” e di limitare la responsabilità per danno erariale degli amministratori pubblici”. Il Policy Brief è meno convinto “per quanto in parte spiegabile” sulla scelta "compiuta dal governo di ricorrere a un decreto-legge per semplificare. Il decreto-legge implica necessariamente, su questo fronte, eccessi di eterogeneità e aggravi di incertezza (per esempio per i contratti pubblici). Bisognerebbe invece dare attuazione alle regole di semplificazione che già esistono ovvero operare sulla riscrittura delle regole a regime anziché introdurre deroghe ed eccezioni. Queste direttrici dell’intervento semplificatorio dovrebbero essere attuate con l’effettivo contributo del Parlamento”.
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Perché semplificare per facilitare la ripresa
Nella classifica stilata dalla Banca Mondiale per il Rapporto “Doing Business 2020”, che misura la facilità di fare impresa in ogni paese, l’Italia – ottava economia al mondo in termini di Prodotto interno lordo – occupa solo il 58mo posto su 190 Paesi. Il rapporto della Luiss spiega che “in alcune specifiche aree nelle quali risultano decisivi il rapporto con le pubbliche amministrazioni o la durata dei processi amministrativi, il nostro Paese si posiziona anche peggio”.
Cosa semplifica davvero il Dl Semplificazioni
In attesa di un testo definitivo del DL Semplificazioni, approvato per ora “salvo intese” in Consiglio dei ministri (LE PRINCIPALI MISURE), “occorre rinviare una valutazione puntuale delle misure a un secondo momento”, dice il report, secondo cui “appare corretta e condivisibile l’enfasi di fondo posta dal governo sulla necessità di utilizzare ogni leva possibile – inclusa appunto quella della semplificazione – per favorire la ripartenza dell’economia nazionale”. Ad ogni modo, “tempi stretti (imposti dalla congiuntura economica) e pressioni dei partiti (imposte dalle contingenze politiche) rendono difficilissimo un compito già solitamente difficile quale è quello di scrivere norme per la semplificazione”.
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Le criticità rilevate
Il report è scettico sul semplificare per decreto e spiega che si potrebbe assistere al paradosso che “in materia di semplificazioni con un decreto-legge si persegue la rapidità ma si possono ottenere complicazioni e rallentamenti ulteriori “sul campo”. Poi ammonisce sull’importanza di semplificare senza dimenticare le norme già esistenti. “Il rischio del DL Semplificazioni, è che interventi parcellizzati – e non invece figli di un progetto compiuto di riforma – finiscano per aggiungere complicazioni sulla strada dell’auspicabile ripresa economica. Oppure, nel migliore dei casi, possano creare poco utili doppioni”. Importante secondo il documento, il ruolo del Parlamento da valorizzare. E ricordare che “una volta eliminate le cattive norme, rimane la cattiva amministrazione”. “La semplificazione corre anche sulle gambe delle persone: per semplificare davvero, dunque, non si può che rimettere mano a assunzioni, valutazione e formazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni, valorizzando le strutture educative che si muovono in quest’ambito, a partire dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione”.