Ieri la multinazionale ha proposto un piano con 3.300 esuberi già nel 2020 e il rinvio del rifacimento dell'altoforno 5. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: "Questo non rispetta l'accordo del 4 marzo. Noi vogliamo coniugare lavoro e ambiente, bisogna capire se anche la controparte lo vuole”. Sindacati convocati il 9 giugno, non ci sarà l’azienda
"Questo piano non rispetta l'accordo del 4 marzo”. Con queste parole il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, ha commentato gli ultimi sviluppi della vicenda ex-Ilva relativi all’ultimo e contestato piano aziendale proposto da Arcelor Mittal. “Da settembre Mittal ha detto che prima c'era un problema per l'acciaio in generale, poi ha usato la scusa dello scudo penale ed oggi invece dice che il Covid avrà un effetto per ben tre anni sul mercato dell'acciaio. Io credo, invece, che bisogna ripartire dall'accordo del 4 marzo e continuare su quella strada", ha sottolineato il ministro.
Patuanelli: vogliamo coniugare lavoro e ambiente
"Coniugare ambiente e lavoro a Taranto è il programma del governo e questo governo lo vuole attuare”, ha detto Patuanelli. “Riteniamo che sia compatibile e pensabile un impianto moderno nuovo, all'avanguardia che diventi il fior all'occhiello dell'Europa per la produzione d'acciaio da ciclo integrato. Noi ci crediamo, vogliamo capire anche se la controparte ci crede".
Patuanelli convoca sindacati il 9 giugno
Intanto il ministro dello Sviluppo Economico, per il 9 giugno prossimo ha convocato un incontro in videoconferenza con i sindacati metalmeccanici e confederali circa la vertenza in corso sull'Ex Ilva. Lo hanno reso noto gli stessi sindacati secondo cui non ci sarà l'azienda.
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Arcelor Mittal presenta un piano da 3300 esuberi
Il piano Mittal con 3.300 esuberi
Il piano industriale emerso ieri prevede 3.300 esuberi già nel 2020 e il rinvio del rifacimento dell'altoforno 5. Il documento di ArcelorMittal per l'ex Ilva è arrivato nella serata di venerdì sui tavoli dei ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo. La reazione immediata del ministro dello Sviluppo economico era stata molto stizzita: "Se Mittal ha deciso di andarsene se ne andasse e la finiamo qui", commenta.
La reazione dei sindacati
Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, ha invece commentato: "ArcelorMittal, con l'ennesimo ricatto, chiede due miliardi di euro al Governo italiano e contemporaneamente licenzia 3.300 dipendenti, straccia l'accordo del 2018 sul rientro a lavoro dei 1.700 di Ilva Amministrazione straordinaria, mette a forte rischio gran parte dei 7mila dell'indotto e l'intera siderurgia italiana. Non si deve permettere alla multinazionale di mettere per strada migliaia lavoratori e in ginocchio intere comunità, causando un disastro ambientale, occupazionale ed economico senza precedenti”.