Professionisti colpiti da crisi, la protesta degli Stati generali e le proposte post Covid

Economia
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Dalle 10.30 alle 12.30 di oggi, 4 giugno, si è tenuta una manifestazione online che ha riunito 23 diversi Ordini che hanno lanciato il loro “Manifesto per la rinascita dell'Italia”. L’obiettivo è quello di sollecitare una ripartenza economica dell'intero tessuto produttivo nazionale, dopo l'emergenza sanitaria, ma anche chiedere il rispetto del "principio di equiparazione tra attività di impresa e libero-professionale, già sancito a livello europeo e nazionale"

Una grande protesta in diretta streaming si è tenuta oggi, 4 giugno, dalle 10.30 alle 12.30. Un’inedita manifestazione virtuale alla quale sono stati convocati gli Stati generali delle professioni, sempre più in crisi dopo l’emergenza Coronavirus. Erano 23 i diversi Ordini professionali che hanno richiesto formalmente alle Istituzioni di metter da parte le "discriminazioni", di garantire "pari dignità del lavoro in tutte le sue forme e di "rispettare il principio di equiparazione tra attività di impresa e libero-professionale, già sancito a livello europeo e nazionale".  (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE)

Il "Manifesto per la Rinascita dell'Italia"

La diretta streaming è diventata così l’occasione per illustrare il 'Manifesto per la Rinascita dell'Italia', che contiene alcune sollecitazioni per la ripartenza economica dell'intero tessuto produttivo nazionale. Tra i punti salienti, la realizzazione di "un piano credibile di semplificazione normativa", la "riduzione della pressione fiscale", nonché l'avvio di un "green new deal" per progettare "opere innovative e promuovere un fondo per lo sviluppo professionale sostenibile". A muovere la protesta anche l’esclusione nel Decreto rilancio dei professionisti iscritti ad Ordini e Collegi dal contributo a fondo perduto, concesso, invece, ai titolari d'impresa. 

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Il perché della protesta

Le richieste dei professionisti derivano anche da uno studio diffuso dall'Osservatorio del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti, proprio alla vigilia degli Stati generali: prima ancora che si abbattesse il Coronavirus, si legge, la crisi economica globale aveva inciso assai negativamente sui guadagni dell'intero comparto, che dal 2008 ha registrato "un calo di produttività di oltre il 20%, a fronte di una media nazionale con perdite pari a 2.384 euro, rilevando una flessione del 3,8%". I professionisti chiedono dunque interventi in un settore che in 12 anni ha perso oltre 13mila euro per ogni singolo lavoratore.

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Le categorie più penalizzate

Nello specifico, considerando le attività professionali, scientifiche e tecniche nonché le libere professioni economiche, il valore aggiunto per il singolo professionista è passato dai 71.302 euro del 2007 ai 57.573 del 2019, con una flessione del 19,3%. Un dato particolarmente significativo se si considera che prima la produttività media del settore superava la media nazionale, attestandosi al 113%, mentre dopo la crisi è scesa al 94%. Un crollo importante che è stato più contenuto per le professioni giuridiche ed economiche (-16,9%) che per quelle tecniche, le quali hanno fatto registrare un - 20,4%.

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