Piazza Affari chiude malissimo la prima seduta della settimana, la peggiore in una Europa tutta in profondo rosso. Mix letale dei timori per il virus e del crollo del greggio. Consob: "Senza attacchi speculativi, niente blocco della Borsa"
Un tonfo così non si vedeva da più di 10 anni, dai tempi del crack della Lehman e della recessione del 2008/09. "Panic selling", è l'espressione usata dagli operatori in questi casi: vendite da panico. Due fattori, mischiati insieme, hanno determinato le vendite massicce su tutti i listini azionari: i timori legati al continuo diffondersi del Coronavirus e il tracollo del prezzo del petrolio, dovuto sia al calo della domanda di giganti come la Cina, sia al mancato accordo tra i principali paesi esportatori sul possibile taglio della produzione proprio per sostenerne i prezzi. Alla fine di una seduta tremenda, Piazza Affari crolla con l'indice Ftse Mib che cede oltre l'11%.
Piazza Affari la peggiore d'Europa, spread torna sopra 200
I big del listino ci hanno messo quasi mezz'ora, questa mattina, per entrare negli scambi e gran parte sono stati sospesi con ribassi che hanno raggiunto anche il 20%. Vola lo spread che si riporta sopra quota 200 punti per la prima volta dalla crisi di governo di agosto 2019. Il differenziale ha chiuso a 227 punti base. Male anche le Borse asiatiche: Tokyo perde il 5,06%, Shanghai il 3,01%, Shenzhen il 3,79% e Hong Kong il 4,23%. Crolla il prezzo del petrolio, che è arrivato a perdere il 31% in mattinata (prima di recuperare parzialmente nel pomeriggio): una flessione così forte non si vedeva tutto in un colpo dal 1991, dallo scoppio della Guerra del Golfo. Affondano quindi le Borse dei Paesi dell'area. I listini di Arabia Saudita, Dubai Abu Dhabi, Qatar e Kuwait accusano perdite fra il 7 e il 9% (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS - LO SPECIALE).
Petrolio, il calo peggiore dal 1991
Nello specifico, il greggio del Texas (il WTI) ha ceduto fino al 31% a 27,35 dollari al barile, mentre il Brent (quello dei mari del Nord) ha ceduto fino al 25% a 33,72. La caduta delle quotazioni del greggio è stata scatenata dal mancato accordo al vertice Opec+ (il cartello dei principali esportatori, allargato a partner come Nigeria, Algeria, e altri) fra Arabia Saudita e Russia in un contrasto già difficile per la domanda, sempre più in calo a causa del coronavirus e del rallentmento della produzione industriale cinese. Le voci di un aumento unilaterale della produzione da parte dell'Arabia hanno provocato una forte ondata di vendite.
Le Borse europee in profondo rosso
A risentire dell'emergenza coronavirus e del crollo del prezzo del greggio sono anche le principali Borse europee. Hanno perso tutte terreno: Londra ha concluso con uno scivolone del 7,5%, Parigi in ribasso dell'8,3% mentre Francoforte ha segnato un calo del 7,9%.
In discesa anche Wall street, interviene la FED
In rosso anche le Borse americane. I listini Usa calano dei oltre il 6%: un crollo che a Wall Street ha fatto scattare i "circuit breaker" e una sospensione delle contrattazioni per 15 minuti. Le regole del Nyse, infatti, prevedono una pausa degli scambi dopo un calo del 7%, avvenuto nella prima parte della seduta. LA FED, la banca centrale USA, è intervenuta nel pomeriggio con una iniezione straordinaria di liquidità.
Consob: senza attacchi speculativi niente blocco
Non si ha evidenza "che gli andamenti della Borsa italiana siano riflesso di attacchi speculativi", spiega intanto la Consob in una nota, "salvo che non si voglia attribuire a questo termine la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro generate dagli effetti del coronavirus sull'economia". "Questi effetti - viene spiegato - non sono correggibili con decisioni restrittive di Borsa, soprattutto se queste avvenissero in modo indipendente dai paesi membri dell'Unione Europea".