I Benetton nella memoria inviata in commissione Trasporti alla Camera: “Falso che ci siamo sfilati dal consorzio, non c’erano condizioni per aderire”. E sul piano di Delta: “Insostenibile”. Il ministro dello Sviluppo economico: “Impossibile closing entro il 31 maggio”
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, risponde ai Benetton sul dossier Alitalia: “Continuare a parlare di Atlantia è assolutamente inutile”, ha detto il titolare del dicastero in commissione Trasporti alla Camera relativamente al rilancio della compagnia italiana di bandiera, aggiungendo che “è materialmente impossibile un closing entro il 31 maggio”. In mattinata era stata resa nota la memoria inviata in commissione dal gruppo Benetton, principale azionista di Atlantia, in cui si diceva che “Atlantia mantiene ferma la disponibilità a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale e di un piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per un effettivo rilancio” del vettore. Il gruppo aggiungeva anche che “non corrisponde a verità che Atlantia si sia sfilata dal consorzio” con Ferrovie dello Stato, Tesoro e Delta che avrebbe dovuto rilanciare Alitalia e che invece non si è concretizzato. Sempre nella mattinata dell’8 gennaio è stato ascoltato in commissione anche l’amministratore delegato di Fs, Gianfranco Battisti: “Atlantia - ha spiegato - ritenendo che Delta non desse un impegno particolarmente forte, aveva detto di riprovare con Lufthansa”.
Patuanelli: “Interlocuzione immediata tra Leogrande, Fs e Delta”
Pur escludendo a questo punto un intervento di Atlantia, Patuanelli durante l’audizione dell'8 gennaio ha sostenuto la necessità di una “interlocuzione immediata” del commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, “con Fs e Delta per la comprensione delle esigenze di quel piano industriale” predisposto in precedenza. “Il lavoro che ha fatto Fs”, secondo il numero uno del Mise, “deve essere messo a disposizione del commissario”. Relativamente alle tempistiche dell’operazione, lo stesso ministro ha detto che la data del 31 maggio “è il termine che viene dato al commissario per espletare la procedura di cessione, paragonabile al 31 ottobre 2018”, ma che “non c'è scritto da nessuna parte che ci sia il closing” entro quella data.
Atlantia: “Non c’erano le condizioni per aderire al consorzio”
Nella memoria, Atlantia ha spiegato che "per la mancanza di presupposti industriali per un rilancio sostenibile e duraturo e di un partner industriale di primario livello, Atlantia non ha rinvenuto le condizioni necessarie per poter aderire al Consorzio, come peraltro costantemente evidenziato nei frequenti incontri di aggiornamento tenutisi con l'amministrazione straordinaria". Sempre secondo il gruppo, il piano sviluppato da Delta - la compagnia aerea statunitense che avrebbe dovuto far parte del consorzio per rilevare Alitalia - era “di fatto un piano ‘stand alone’ di natura più commerciale che industriale, non in grado di garantire l'effettivo rilancio della compagnia nel lungo periodo”. Un approccio che, prosegue Atlantia nella nota, “avrebbe messo a rischio le cospicue risorse pubbliche necessarie per perfezionare inizialmente l'operazione, sia per dotare la società delle risorse necessarie per addivenire fino al closing che per la gestione degli esuberi, data l'elevata probabilità di dover affrontare nuovi interventi di salvataggio nel medio termine”.
Battisti (Fs): “Non intenzionati a prendere la maggioranza”
L'a.d di Fs, Gianfranco Battisti, ha spiegato invece di fronte ai deputati della commissione Trasporti come Fs lo scorso 31 ottobre avesse presentato una proposta di offerta d'acquisto per i rami di Alitalia, pur "condizionata ad alcune condizioni che ritenevamo imprescindibili". Tra queste, ha detto l'ad della società, c'era per esempio “l’individuazione di più investitori”, perché Fs “non era intenzionata a prendere la maggioranza nella compagnia”. I tedeschi di Lufthansa, però, “non hanno mai risposto formalmente a nessuna iniziativa che avevamo richiesto”, mentre per quanto riguarda Atlantia “è emerso in maniera evidente” come il suo ingresso nel piano di rilancio “fosse condizionato alla risoluzione di altre vicende” interne al gruppo.