Unicredit esce da Mediobanca e cede quota dell'8,4% per 800 milioni

Economia

Il colosso ha fatto un collocamento accelerato sul mercato dell'intera quota (pari all’8,4%). Mustier: vendita parte strategia disinvestimento. La mossa dà una scossa agli assetti che finora hanno retto Piazzetta Cuccia

Unicredit esce da Mediobanca e lo fa con un collocamento accelerato sul mercato dell'intera quota, pari all'8,4%, a un prezzo scontato del 2% (10,57 euro) rispetto al prezzo di chiusura in Borsa (10,78 euro), che valorizza la quota quasi 800 milioni di euro (787 milioni con lo sconto) e gli consente di realizzare una plusvalenza superiore a 50 milioni se si considera il prezzo di carico di 9,89 euro iscritto nel bilancio 2018. La mossa dà una scossa agli assetti che finora hanno retto Piazzetta Cuccia, da sempre prima azionista di Generali.

La mossa di Unicredit

L’uscita di Unicredit da Mediobanca ricalca le modalità con la quale ha ceduto Fineco. La mossa è stata comunicata dal ceo di Piazza Gae Aulenti, Jean Pierre Mustier, all'ad della partecipata, Alberto Nagel. In Piazzetta Cuccia l'uscita è stata ben accolta. Ha infatti l'effetto di aumentare il flottante facendo della banca sempre più una public company. Nello stesso tempo, l’addio scioglie il conflitto di interesse legato al fatto che anche Unicredit opera nell'investment banking, l'attività storica dell'istituto nato sotto la guida di Enrico Cuccia. Intanto è emerso anche che, in occasione del collocamento della quota di Unicredit, la Delfin di Leonardo Del Vecchio è salita ancora in Mediobanca e dal 7,5% si sarebbe portata a ridosso della soglia del 10%, secondo quanto riporta Bloomberg.

Mustier: è una delle cessioni di asset "non strategici"

La vendita delle quota in Mediobanca è parte della strategia di disinvestimento dalle partecipazioni considerate "non strategiche", ha sottolineato il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, in una call con i giornalisti. Secondo Mustier, Mediobanca è una banca "assolutamente ben amministrata. Siamo rimasti soddisfatti per quello che il management ha fatto durante la crisi”. Su Generali ha aggiunto che “è una compagnia molto ben gestita. Abbiamo sempre ribadito l'auspicio che resti indipendente, italiana e internazionale. Avevamo proposto un patto forte tra gli azionisti di Mediobanca per proteggere" Piazzetta Cuccia e "le sue controllate" ma la "nostra proposta è stata respinta". Mustier ha anche declinato qualsiasi commento su Leonardo Del Vecchio dopo che il patron Luxottica è diventato, con l'uscita di Unicredit, il primo azionista in Piazzetta Cuccia. “Nessun commento su clienti o azionisti”, ha detto Mustier.

I nuovi scenari per Unicredit

Secondo gli analisti, l’addio a Mediobanca potrebbe aprire nuovi scenari per Unicredit, con l'istituto che potrà giocare un ruolo da protagonista in un risiko europeo. L'uscita da Piazzetta Cuccia, che è sempre stata considerata una partecipazione esclusivamente finanziaria, completa un ciclo iniziato prima con le cessioni di Pioneer e Bank Pekao e poi rafforzatosi con la vendita in due trance del gioiellino nel risparmio gestito Fineco. Una cessione, quella di Mediobanca, il cui ricavato verrà reinvestito nello sviluppo delle attività per la clientela, che resta uno dei focus su cui il gruppo di Piazza Gae Aulenti da sempre ha indicato di volersi concentrare. Negli ultimi due anni non sono mancate le speculazioni su una possibile virata sempre più prepotente verso l'estero dell'istituto dal cuore italiano. Ad Unicredit è stata, infatti, prima accostata Societè Generale e poi la tedesca Commerzbank che in primavera era alla ricerca di un partner dopo il fallimento delle trattative con Deutsche Bank. Solo ipotesi a cui Unicredit ha sempre replicato con un fermo no comment.

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