E' durato circa tre ore l’incontro tra l'esecutivo e i vertici della multinazionale per discutere la decisione di ritirarsi dall’accordo per l'acciaieria di Taranto. Conte: "disponibili sullo scudo penale ma il problema è industriale, 5mila esuberi sono inaccettabili"
È durato oltre tre ore, a Palazzo Chigi, l'incontro fra il governo e i vertici di ArcelorMittal, dopo che la multinazionale ha annunciato il ritiro dall'accordo per l'acciaieria ex Ilva di Taranto. "E' una vertenza che sta particolarmente a cuore al governo, riteniamo quel polo industriale di interesse strategico per il Paese - ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi - il governo ha dichiarato la propria disponibilità per quel che riguarda l'immunità. Ma lo scudo penale non è la causa del disimpegno, il problema è industriale. L'azienda chiede 5mila esuberi e per noi è inaccettabile". "Siamo pronti - ha aggiunto Conte - ad aprire una finestra negoziale 24 ore su 24, è allarme rosso, ma non ci faremo prendere in giro".
"E' una vertenza che sta particolarmente a cuore al governo, riteniamo quel polo industriale di interesse strategico per il Paese. Per il governo rilanciare l'Ilva e Taranto è una priorità - ha detto Conte - Abbiamo subito anticipato a ArcelorMittal che non riteniamo giustificate queste posizioni, anzi per sgombrare il campo da qualsiasi pseudo giustificazione il governo ha dichiarato la propria disponibilità per quel che riguarda l'immunità. Il governo è unito e coeso. Purtroppo ci sono atti preoccupanti come l'atto di recesso e in aggiunta un atto di citazione orientati a sciogliere il contratto".
"Non accettiamo il gioco dell'azienda e la invitiamo a rimeditare le sue iniziative - ha proseguito -. Non riteniamo accettabile che ci siano iniziative di tutela giudiziaria. Il governo farà tutto quel che è necessario per rilanciare Ilva e Taranto. Non lasceremo soli gli operai. Abbiamo invitato Mittal a prendersi un paio di giorni e farci una proposta per assicurare continuità livelli ccupazionali, produttivi e ambientali".
Infine un appallo alle forze di opposizione: "Siamo compatti e confido che anche le forze di opposizione ci seguiranno sul dossier ex Ilva. Qui è l'intero Paese che deve reggere l'urto di questa sfida, sarebbe deprecabile che iniziassimo a coltivare discussioni sterili su questo fronte".
Fiom e Uilm: sciopero il 24 novembre a Taranto
Fiom e Uilm, in una nota congiunta, annunciando uno sciopero di 24 ore a Taranto per il 24 novembre, affermano che l'incontro "non ha prodotto alcuna novità se non la conferma della volontà della multinazionale di recedere il contratto di fitto". "La multinazionale - aggiungono - ha evidenziato, nella nota inviata ad Ilva in AS, che il problema non è solo lo scudo penale ma bensì le problematiche giudiziarie di AFO 2 e soprattutto il riesame dell'Aia".
Conte: "faremo di tutto per far rispettare gli impegni"
“Faremo di tutto per far rispettare gli impegni”, aveva detto prima del vertice il premier Conte. L'azienda, intanto, dopo aver ribadito che lo scudo penale costituiva "un presupposto essenziale" per l'operazione, ha avviato le procedure per “restituire” all’amministrazione straordinaria di Ilva 10.777 dipendenti. (COS'È LO SCUDO PENALE) L'annuncio ha fatto partire lo sciopero immediato a Taranto proclamato dalla Fim. Ma gli altri sindacati Fiom, Uilm e Ubs hanno preferito in queste ore sospendere ogni decisione. (I POSSIBILI SCENARI)
ArcelorMittal: "Protezione legale presupposto essenziale"
ArcelorMittal nel documento di retrocessione ad Ilva delle aziende e dei 10.777 dipendenti spiega che il recesso del contratto deriva dall'eliminazione della protezione legale. La Protezione legale - si osserva - costituiva "un presupposto essenziale su cui AmInvestCo e le società designate hanno fatto esplicito affidamento e in mancanza del quale non avrebbero neppure accettato di partecipare all'operazione né, tantomeno, di instaurare il rapporto disciplinato dal Contratto”. (I NUMERI DELLA CRISI)
Il vertice a Palazzo Chigi
Il tavolo a Palazzo Chigi si è chiuso dopo circa tre ore. Al vertice hanno preso parte il premier Giuseppe Conte, i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Giuseppe Luciano Provenzano, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il sottosegretario Mario Turco. Per la multinazionale erano presenti il patron Lakshmi Mittal e il figlio Adyta Mittal. Alla riunione non ha partecipato l'ad di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli.
Boccia: "Politica abbia senso del limite e risolva"
"Spero ci sia spazio per una soluzione e che la politica abbia il senso del limite, che a volte si supera e poi gli effetti purtroppo arrivano”, commenta intanto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. ”È una responsabilità della politica, adesso la politica risolva le questioni che ha determinato", aggiunge. Una cordata per salvare l'ex Ilva? "Non so quando la si possa trovare e chi paga tutti questi lavoratori: ricordo che non c'è solo Taranto, ma tanti stabilimenti in Italia”, replica. ”Il problema è chi paga - ribadisce Boccia - c'è qualcuno in questo paese che prescinde dalle risorse, a meno che non voglia battere moneta e pagare direttamente da solo”.