Trump, la guerra commerciale degli Usa minaccia anche il vino italiano

Economia

Paola Baruffi

Il presidente americano minaccia di imporre dazi sul vino francese come ritorsione per la web tax. Anche i produttori italiani rischiano

Donald Trump attacca la Francia e l’Europa tutta, sventolando la minaccia dei dazi sul vino francese. A scatenare la furia del Presidente americano è stata la decisione francese di introdurre nuove tasse che colpirebbero le industrie tecnologiche americane. Insomma se Macron decide di far pagare le tasse ad Amazon, Facebook e Google, Trump risponde con i dazi sul vino francese e non usa mezzi termini: “Non voglio che la Francia tassi le nostre aziende. Se lo fa noi tasseremo il loro vino, tasseremo il loro vino come non hanno mai visto prima” ha scandito mentre saliva sull’Air Force One, diretto al G7 di Biarritz. La Francia però è in Europa e mettere dazi sul vino francese significherebbe mettere dazi su tutti i vini europei e quindi anche su quelli italiani. Le associazioni dei produttori manifestano grande preoccupazione. “È una pessima notizia, le aziende hanno bisogno di stabilità”, dice Ruenza Santandrea, portavoce e coordinatrice del settore vino di Alleanza Cooperative, l’associazione che riunisce le aziende che producono più della metà del vino italiano.

Gli Stati Uniti sono il primo mercato estero per i nostri vini

Su 6,2 miliardi di euro di esportazioni dall’Italia, quasi un quarto va negli Usa. Per renderci conto di quanto i vini italiani siano importanti nel mercato americano bastano queste tre cifre: il 40% dei vini bianchi, il 32% dei rossi e ben il 57% dei vini dei frizzanti bevuti dagli americani sono italiani. A fare la parte del leone è il prosecco, ma tra gli uvaggi più amati ci sono anche chianti e pinot grigio. “Quello americano è un mercato maturo, che conosce il vino e compra prodotti di qualità - continua Ruenza Santandrea - a soffrire per i dazi sarebbero i vini più costosi e rinomati”.

Le regioni più colpite dai dazi  

A pagare il prezzo più alto sarebbero Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte che da tempo esportano oltreoceano e lì hanno un mercato ampio e consolidato, ma soffrirebbero anche Emilia Romagna, Puglia e Sicilia, che offrono vini di alta qualità e si sono affacciate solo in un secondo momento sulla scena americana.

L’Ue difende i produttori

“L’Europa ha investito molto sulla promozione dei suoi vini -continua Ruenza Santandrea-, così bene che il settore non ha conosciuto la crisi vissuta ad esempio dall’agricoltura. Non può essere disposta a perdere quello che si è conquistata”. E in effetti il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, non ha lasciato cadere la provocazione. "Proteggerò il vino francese con sincera determinazione –ha dichiarato- . La guerra commerciale e tariffaria non è una nostra iniziativa, ma dobbiamo essere pronti e siamo pronti".

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