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Fca-Renault, ministro francese: "Troppa fretta". Di Maio: "Colpa della Francia"

Economia

Bruno Le Maire dopo il ritiro dell'offerta da parte di Fiat Chrysler: "Era una bella opportunità industriale". Elkann lascia aperto uno spiraglio: "Pronti a ogni opportunità". Il vicepremier M5S: "L'interventismo di Stato ha provocato il fallimento dell'operazione"

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Secondo il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire per la fusione tra Fca e Renault, fallita dopo il ritiro dell’offerta da parte di Fiat Chrysler, sarebbe servito altro tempo, ma Detroit ha avuto fretta. È questa l'idea che il ministro francese esprime in interviste pubblicate da Corriere della Sera e Repubblica. "Fca - afferma Le Maire - ha deciso di ritirare la sua offerta e io rispetto la sua scelta. Questa operazione rappresentava una bella opportunità industriale e questo rimane”, sottolinea il ministro. Ma lo Stato, azionista di riferimento di Renault, “aveva fissato delle condizioni da rispettare", evidenzia Le Maire. "Siamo stati chiari sin dall'inizio, esigendo degli impegni sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali”. Su una possibile riapertura delle trattative che porti alla fusione il presidente di Fca John Elkann comunque non ha del tutto chiuso la porta: "Pronti a ogni opportunità", ha detto in una lettera inviata ai dipendenti del gruppo. E prima un altro spiraglio era stato aperto dal ministro francese per i Conti Pubblici, Gérald Darmanin, che aveva spiegato che le trattative tra Fca e Renault "potrebbero riprendere nei prossimi tempi". Intanto Luigi Di Maio incolpa il governo francese della mancata riuscita dell'accordo: "È l'interventismo di Stato che ha provocato il fallimento dell'operazione" Renault-Fca.

Le garanzie richieste dallo Stato francese

Il ministro si è soffermato sulle garanzie richieste dallo Stato francese: “Qualunque sia la prospettiva di fusione in futuro”, sottolinea il ministro, “noi saremo sempre presenti per proteggere l'occupazione e gli insediamenti industriali in Francia. Abbiamo chiesto inoltre garanzie sulla governance del gruppo futuro e abbiamo auspicato la sua partecipazione al programma di batterie elettriche. Su questi tre punti, i negoziati erano stati fruttuosi e avevamo fatto molti passi avanti”, afferma Le Maire.

Nodo Nissan, Le Maire: "Serviva altro tempo per ottenere loro appoggio"

Tornando poi sul nodo Nissan, che secondo quanto trapelato da fonti del ministero dell’Economia francese è stato al centro della rottura, Le Maire spiega: “La nostra prima esigenza era che questa fusione fosse siglata nel quadro dell'alleanza tra Renault e Nissan. Questo - spiega Le Maire - presupponeva che i rappresentanti di Nissan, presenti nel consiglio di Renault, votassero a favore del progetto. Mercoledì sera questa condizione non è stata rispettata: il nostro partner si sarebbe astenuto in caso di voto nel consiglio di Renault. Avremmo potuto prendere altro tempo per ottenere il suo appoggio, necessario al lancio della fusione, su basi chiare e solide. Oltretutto il mio viaggio in Giappone nel fine settimana, per il G20 finanziario, mi permetteva di proseguire le discussioni con i nostri partner giapponesi. Ma Fca ha fatto una scelta diversa. Da parte nostra, noi abbiamo agito sin dall'inizio con coerenza e fermezza", conclude Le Maire.

Di Maio: "Francia non ha fatto una bella figura"

Il vicepremier M5s, in un'intervista a Radio 24, ha spiegato la sua posizione sulla vicenda, rispondendo a una domanda sull'assenza del governo italiano sul dossier: "La Francia non ha fatto bella figura, noi anche se in contatto con Fca, abbiamo rispettato una operazione di mercato". Di Maio è inoltre convinto che neanche Renault sia "contenta dell'interventismo dello Stato francese. Se si fa mercato, una grande azienda parla con la sua omologa, non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica".