Fca ritira offerta per Renault. Ma il ministro francese: trattative potrebbero riprendere

Economia

La casa automobilistica presieduta da Elkann "ritira con effetto immediato la proposta di fusione: non esistono le condizioni politiche in Francia". Renault: delusi per il fallimento della fusione. Il ministro per i Conti Pubblici Darmanin però apre uno spiraglio

Saltano le nozze tra Fiat Chrysler e gruppo Renault. Il marchio presieduto da John Elkann ha deciso "di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault". La decisione è stata presa in seguito al nuovo rinvio chiesto dal board della casa francese dopo il pressing del governo di Parigi. In una nota Renault "esprime la sua delusione" dopo il fallimento del progetto di fusione. Ma il ministro francese per i Conti Pubblici Gérald Darmanin apre uno spiraglio e afferma che le trattative "potrebbero riprendere nei prossimi tempi, vedremo. Non bisogna chiudere la porta, bisogna continuare a lavorare" (Il ministro dei Conti Pubblici francese: “Trattative potrebbero riprendere"). 

Boulogne-Billancourt.Le reazioni in Borsa

Fca gira in positivo dopo aver azzerato le perdite in Piazza Affari a seguito del ritiro dell'offerta di nozze a Renault, che continua invece a cedere oltre il 7% a Parigi. Il titolo dell'ex-Lingotto è stato protagonista di uno sprint fino a essere congelato per eccesso di volatilità e riammesso con un rialzo dell'1% a 11,83 euro. In calo Exor (-0,38%) a monte della catena di controllo.

La decisione 

Il ritiro dell'offerta d'integrazione da 33 miliardi di euro è avvenuto dopo il cda presieduto da John Elkann che si è tenuto a Londra a conclusione di una giornata lunghissima. Il consiglio di amministrazione di Renault, convocato poco prima per il secondo giorno consecutivo a Bologne-Billancourt, alle porte di Parigi, dopo sei ore di discussione, ha fatto sapere di non essere in grado di prendere una decisione "a causa dell'auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a un consiglio ulteriore". A spingere verso questa decisione, secondo indiscrezioni, sarebbero stati solo il governo francese e un rappresentante sindacale mentre il consigliere di Nissan si sarebbe astenuto.

Fca: "Non ci sono le condizioni politiche"

Fca, nel comunicato, ha chiarito che a far saltare l'operazione è stato proprio il governo di Parigi, principale azionista di Renault. "Fca - spiega in una nota - continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E' tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo. Fca esprime la propria sincera gratitudine a Groupe Renault, in particolare al suo presidente, al suo amministratore delegato e agli Alliance Partners, Nissan Motor Company e Mitsubishi Motors Corporation, per il loro costruttivo impegno in merito a tutti gli aspetti della proposta di Fca. Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente".  

Le Maire: "Restava un solo nodo"

Il Governo francese "prenderà atto" del ritiro dell'offerta di fusione con Renault presentata da FCA assicurando di aver sempre lavorato "in modo costruttivo" su questo progetto. Lo ha detto il ministro francese dell'Economia Bruno Le Maire, che ha poi precisato: "Non appena questa offerta è stata fatta, il governo, azionista al 15,1% di Renault, l'ha accolta con apertura e ha lavorato in modo costruttivo con tutte le parti interessate". "Un accordo era stato trovato su tre" delle 4 condizioni imposte dalla Francia", dice Le Maire: tutela lavoro e siti industriali, governance, partecipazione al progetto sulle batterie elettriche franco-tedesco, pieno coinvolgimento alleanza con Nissan. "Restava da ottenere il sostegno esplicito di Nissan".

Di Maio: quando interviene la politica non sempre fa bene

L'esito dei negoziati tra Fca e Renault "dimostra che quando la politica cerca di intervenire in procedure economiche non sempre fa bene, non mi esprimo ulteriormente". Lo ha detto Luigi Di Maio, a 'Radio Anch'io'.
"Il Ministro dello Sviluppo economico non sa, per sua stessa ammissione, perché sono naufragate le trattative per la fusione Fca-Renault. Nel mentre il settore dell'acciaio tutto torna in crisi per eccesso di importazioni e nessuno va a parlare con Malmstrom. Bene così". Lo scrive su Twitter l'ex ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda.

L'ipotesi francese

Parigi avrebbe voluto una sede "operativa" Fca-Renault in Francia, garanzie sui siti industriali e sull'occupazione, oltre alla richiesta di un posto per un rappresentante governativo nel nuovo cda, formato da quattro membri per parte. L'ipotesi prevedeva una possibile presidenza per John Elkann, con il ruolo di amministratore delegato assegnato invece ai francesi (tra i nomi possibili l'attuale Ceo di Renault, Jean-Dominique Senard". Nel nuovo gruppo la quota pubblica francese si sarebbe diluita al 7,5%.

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