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Fmi taglia stime di crescita italiana: nel 2019 pil a +0,1%. "Timori per alto debito"

Economia

Secondo il Fondo, il pil italiano quest'anno sarà di 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. E il debito salirà al 133,4% dal 132,1% del 2018. Il nostro Paese viene anche citato fra i rischi per la crescita, insieme alla Brexit e al voto Ue

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In Italia la seconda metà del 2018 è stata particolarmente debole e questa debolezza si è protratta nel 2019. I timori che restano riguardano gli elevati livelli di debito: la crescita è debole. Ad affermarlo è il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, ma senza commentare l'ipotesi di una flat tax: "Dobbiamo attendere i dettagli", spiega. Il Fondo inoltre ha tagliato le stime di crescita per il nostro Paese nel 2019. Dopo il +0,9% del 2018, il pil quest'anno dovrebbe crescere dello 0,1%, cioè 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio e 0,9 punti percentuali in meno rispetto alle stime di ottobre 2018. Mentre sul debito pubblico italiano, il Fondo monetario internazionale stima che salirà al 133,4% nel 2019, dal 132,1% del 2018. Inoltre, il deficit è previsto che salga al 2,7% quest'anno, dal 2,1% del 2018.

Fmi: "Da spread e incertezza Italia ricadute su Ue"

Il Fmi, nel World Economic Outlook, ha poi sottolineato come “lo spazio di bilancio varia fra i Paesi dell'area euro. In alcuni (Francia, Italia e Spagna) andrebbero ricostruiti gradualmente gli accantonamenti" di bilancio "per evitare l'innescarsi di una spirale negativa fra i rischi sovrani e quelli delle banche e assicurare la stabilità". Da considerare anche che "una prolungata incertezza di bilancio ed elevati spread in Italia, soprattutto se associati a una più profonda recessione, potrebbero avere ricadute negative sulle altre economie dell'area euro".

Italia, Brexit e voto Ue fra rischi per crescita

Inoltre il nostro Paese, insieme alle elezioni europee e alla Brexit, è considerato fra i rischi che gravano anche sulle prospettive di crescita. "In Europa un periodo prolungato di rendimenti elevati in Italia metterebbe sotto ulteriore stress le banche italiane, peserebbe sull'attività economica e peggiorerebbe sulla dinamica del devio", spiega il Fondo.

Rallentano zona euro e Usa

Il Fmi ha poi rivisto al ribasso la crescita per la zona euro e gli Stati Uniti. Dopo il +1,8% del 2018, l'area euro è attesa crescere quest'anno dell'1,3%, 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio e 0,6 punti percentuali in meno su ottobre 2018. Ritoccata anche la previsione per il 2020, quando l’area euro è prevista crescere dell'1,5% (-0,2 punti percentuali su gennaio e su ottobre 2018). Il pil americano, invece, dopo il +2,9% del 2018 dovrebbe segnare un +2,3% quest'anno (-0,2 punti) e un +1,9% nel 2020 (+0,1 punti).