Apple crolla in Borsa: -10%. Bruciati 446 miliardi di capitalizzazione da ottobre

Economia

La perdita rappresenta più del valore di Facebook. I titoli di Cupertino crollano a causa di una capitalizzazione di mercato inferiore di Google. La caduta è stata innescata dal rallentamento dell'economia della Cina e della domanda di iPhone nel Paese

Apple taglia le stime sui ricavi per la prima volta in 16 anni e crolla in Borsa, arrivando a perdere il 10% e a bruciare 446 miliardi di dollari dal picco del 3 ottobre scorso, ovvero più del valore dell'intera Facebook. Il titolo ha poi chiuso la seduta a -9,96%. Cupertino spiega la revisione con il rallentamento dell'economia cinese, penalizzata anche dalla guerra dei dazi di Donald Trump, e la debole domanda di iPhone nel Paese (PREVISTO CROLLO DELLE VENDITE NEL 2019). Il tonfo di Apple a Wall Street affonda le piazze finanziarie mondiali: dal Giappone all'Europa sono tutte in rosso, con Milano che tiene contenendo le perdite allo 0,61% (ma lo spread sale a 270 punti) mentre Parigi perde l'1,6% e Francoforte l'1,55%. La più penalizzata è Wall Street, con gli indici che arretrano di oltre il 2% e l'attesa per il dato sulla disoccupazione americana atteso per i 4 gennaio.

Nodo accordo commerciale con la Cina

L'annuncio a sorpresa di Apple arriva come un'ulteriore conferma dei peggiori timori degli investitori: il taglio delle stime di Cupertino certifica la frenata del Dragone cinese che risente delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e lascia intravedere un effetto a macchia d'olio sia sulle aziende sia sull'economia globale. Lo ammette anche la Casa Bianca con Kevin Hassett, il presidente del consiglio degli advisor economici. "Non sarà solo Apple. Molte altre aziende americane che realizzano vendite in Cina" saranno costrette e rivedere al ribasso le loro stime "almeno fino a quando non avremo un accordo commerciale con la Cina" dice Hassett in un'intervista alla Cnn. L'amministratore delegato del colosso cinese Baidu, Robin Li, ricorre alla metafora dell"'inverno che arriva" per descrivere la 'gelata' dell'economia cinese.

Apple taglia le stime a 84 miliardi 

Apple taglia a 84 miliardi di dollari le stime per i ricavi del primo trimestre dell'esercizio fiscale, quello che si è chiuso il 29 dicembre. Si tratta di una cifra decisamente inferiore ai 91 miliardi di dollari attesi dagli analisti e ai 89-93 miliardi stimati da Cupertino solo 60 giorni fa. "Avevamo anticipato alcune difficolta' su mercati emergenti chiave, ma non avevamo previsto la portata della decelerazione economica, soprattutto in Cina" spiega l'amministratore delegato di Apple, Tim Cook. La Cina rappresenta circa il 15% dei ricavi di Cupertino. L'annuncio shock innesca una serie di downgrade di Apple, con molti analisti che rivedono al ribasso il prezzo di riferimento.

Goldman Sachs: "Apple come Nokia"

Goldman Sachs si spinge anche oltre: non escludendo la possibilità di una revisione al ribasso delle stime per l'intero esercizio fiscale 2019, paragona Apple a Nokia. Cupertino, cosi' come l'ex colosso dei cellulari, e' fortemente dipendente dagli upgrade dei suoi dispositivi e piu' l'economia rallenta meno i consumatori sono disponibili a cambiare il loro smartphone per un modello nuovo fiammante. Toni Sacconaghi, uno dei principali analisti che segue Apple, spiega come a suo avviso Cupertino e' rimasta indietro nella ricerca e nello sviluppo e nelle acquisizioni, oltre a non aver considerato la possibilita' di un prezzo troppo alto per l'iPhone e non aver  ammesso che il mercato degli smartphone si e' contratto per la prima volta nel 2018. Con la revisione Apple torna alla 'realta" dopo essere stata considerata per anni l'esempio da seguire ed essersi affermata come la prima a sfondare quota 1.000 miliardi di dollari di valore. 

Il crollo di Apple fa perdere 3,3 miliardi a Warren Buffet

Tra quelli che stanno pagando il conto per il crollo di Apple in Borsa c’è anche Warren Buffet. La Berkshire Hathaway, la holding che fa capo al guru della finanza, possiede infatti 252,2 milioni di azioni della azienda di Cupertino e, con il calo del 10% del valore a Wall Street, ha perso sulla carta circa 3,3 miliardi di dollari.

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