Wall Street crolla ai minimi da 20 mesi, è la peggior vigilia di Natale della storia
EconomiaI listini americani perdono oltre il 2% appesantiti dallo "shutdown" e dalle indiscrezioni su un possibile licenziamento del presidente della Fed. Trump sulla banca centrale americana: "È l'unico problema che ha l'economia". Soffre anche il Nikkei: -5,01%
La peggiore vigilia di Natale della storia: Wall Street chiude un lunedì nero, crollando ai minimi degli ultimi 20 mesi. I listini americani, il 24 dicembre, perdono oltre il 2%. A pesare sono lo "shutdown" a Washington (COS'È) - che durerà fin dopo le feste natalizie - e le indiscrezioni su un possibile licenziamento da parte di Donald Trump del presidente della Fed, Jerome Powell. Il Dow Jones chiude in calo del 2,86%, il Nasdaq arretra del 2,21%. Lo S&P 500 cede il 2,70%, e scivola ai minimi dall'aprile 2017. Pesante anche il petrolio, che scende sotto i 44 dollari al barile perdendo il 4,17%. Deboli, fra scambi ridotti, anche le Borse europee aperte, con Parigi che cede l'1,45% e Londra lo 0,52%. Nella notte, poi, crollo del Nikkei che sulla scia della Borsa americana perde oltre il 5%.
Trump contro la Fed: "È l'unico problema che ha l'economia Usa"
A migliorare la situazione non è servito nemmeno il giro di telefonate del segretario al Tesoro Steven Mnuchin con gli amministratori delegati delle sei maggiori banche americane. I colloqui non hanno allentato i timori sulla Fed. Anzi, l'effetto è stato il contrario: molti investitori, infatti, si chiedono ora cosa ci sia realmente dietro il giro di chiamate e prevedono con maggiore forza una recessione. E non ha aiutato nemmeno l'ennesimo attacco di Trump alla banca centrale americana: "La Fed è l'unico problema che ha l'economia" degli Usa, ha twittato il presidente, riaccendendo le preoccupazioni sul futuro di Powell.
Anche lo "shutdown" pesa su Wall Street
A complicare lo scenario c’è poi lo shutdown: con tutta probabilità durerà fino agli inizi del 2019, quando la guerra commerciale con la Cina potrebbe entrare nel vivo. Lo stop, il terzo del 2018, è dovuto al fatto che i lavori di Camera e Senato sono stati aggiornati senza che sia stata trovata un'intesa sul bilancio del governo. Le attività federali, quindi, sono parzialmente chiuse. Al centro dello scontro ci sono i 5 miliardi di dollari reclamati da Donald Trump, per la costruzione del muro al confine con il Messico.
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