Manovra, Tria difende Draghi: "Avrei preferito un deficit più basso"

Economia

Il ministro dell’Economia ha spiegato che “il 2,4% forse non serviva ma è normale per manovra espansiva”. Sulle parole del presidente della Bce: “Non è stato inopportuno, non ha detto nulla di strano”. E ha garantito: “Banche sono ancora solide, per ora nessun pericolo”

“Avrei preferito un deficit più basso” e “Draghi non è stato inopportuno, non ha detto nulla di strano”. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, ospite della festa del Foglio a Firenze, ha toccato molti temi al centro del dibattito politico nei giorni in cui la manovra italiana è stata bocciata dall’Ue e Roma deve studiare le prossime mosse per replicare a Bruxelles.

Tria sul deficit

"Io avrei preferito un livello di deficit più basso, ma da ministro, non da economista”, spiega Tria. “Da economista avrei scelto 2,4 o 2,5% perché bisogna contrastare il rallentamento dell'economia, ma da ministro avrei preferito un livello più basso per prima cosa perché forse non serviva”. Secondo il ministro, "c'è stata la scelta di fare un deficit più alto del previsto, espansivo: si può essere d'accordo o no, ma è considerato quasi normale per una manovra espansiva”. Tria ha poi ricordato che "lo spread non dipende dalla manovra che deriva da un'incertezza politica” ma il differenziale “a questi livelli è dannoso, la questione è in che modo lo facciamo scendere” (COSA È LO SPREAD). Poi ha spiegato che la previsione di una crescita dell'1,5% è stata fatta "con un modello econometrico del Tesoro: si può migliorare, io lo migliorerei", ma è stato usato lo stesso usato in precedenza.

“Draghi non inopportuno, non ha detto nulla di strano”

Il ministro dell’Economia ha poi commentato le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi sui rischi per le banche a causa dello spread (LA POLEMICA CON DI MAIO): "Non è stato inopportuno perché ha detto quella che è la realtà, non ha detto nulla di strano, l'ho detto anche io nei giorni scorsi”. Secondo Tria, "il vero problema dell'Europa è non avere un centro politico discrezionale. Quello che sta succedendo in Europa non è colpa dell'Italia, c'è un processo di non tenuta perché sta perdendo di vista le ragioni dello stare insieme. Ci sono paesi che non vogliono mettere nulla un comune. Allora chi è che non vuole stare insieme?".

Tria sulle banche

In attesa della risposta dei mercati, sale l'allerta per le banche. "Le nostre banche sono ancora solide, sono in grado di superare i test sulla capitalizzazione - o almeno quasi tutte - e per ora non ci sono pericoli”, ha precisato Tria aggiungendo che in caso di crisi "il governo deve in un modo o nell'altro intervenire, dire come non è possibile, se un ministro lo facesse turberebbe il mercato".

I commenti su Alitalia

Su Alitalia Tria ha dichiarato che “dopo un anno abbiamo tre commissari e non ho visto nessun piano industriale, c'è il problema del prestito ponte di 900 milioni, e questo riguarda il Ministero dell'economia, che deve essere restituito secondo le regole europee. E poi" verrà il "piano industriale” che "deve rispettare le regole Ue e quindi devono esserci i privati”. Per quanto riguarda Ferrovie dello Stato, “sono al 100% statali, ma il ruolo dello Stato è di nominare il consiglio di amministrazione. Poi il cda ha la sua autonomia di giudizio e di analisi e farà le sue valutazioni autonomamente”. Il ministro ha infine espresso la necessità “che bisogna sbloccare le opere pubbliche in Italia".

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