Tria: "La manovra non è da irresponsabili, abbassare i toni con l'Ue"

Economia
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"L'Italia è in una situazione di ritardo inaccettabile nella crescita di economia e occupazione", dice il ministro che difende la manovra definendola "coraggiosa". Poi, si dice d'accordo col presidente della Camera sulla necessità "di abbassare i toni con la Ue"

E' stata un'audizione fiume quella del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, davanti alle Commissioni Bilancio della Camera sulla Nota di aggiornamento al Def (LE MISURE). Iniziata alle 10 di questa mattina, l'audizione si è conclusa dopo le 13, rubando spazio alle successive (a partire da quella della Banca d'Italia) per la lunga serie di domande a cui il ministro è stato sottoposto. I temi più caldi sono stati quelli delle previsioni di crescita, delle pensioni ma soprattutto dello spread (COS'E') e dell'eventuale crisi finanziaria a cui l'Italia rischierebbe di andare incontro con un'ulteriore aumento del differenziale. Nel caso lo spread arrivasse a 400 o a 500, ha affermato il ministro, "il governo farà quello che deve fare, come ha fatto Draghi"  (qui l'andamento in tempo reale della Borsa di Milano). Una risposta definita dalle opposizioni "apodittica". "E' una risposta apodittica - ha replicato Tria - perché è l'unica che si può dare".      

"Lo spread non è esploso"

E nel giorno in cui lo spread ha toccato quota 315 per poi chiudere a 292, Tria ha rassicurato: "Finora non c'è stata una esplosione" del differenziale "come alcuni paventavano". Certo, ha aggiunto, "ai livelli attuali non è accettabile. Pensiamo che spiegando la manovra possa scendere a livello normale".

"Abbassare i toni"

Quanto ai rapporti tesi tra Roma e Bruxelles in tema di manovra finanziaria, Tria ha citato il presidente della Camera, Roberto Fico che, al termine dell'incontro con Jean Claude Juncker, aveva sostenuto la necessità di abbassare i toni: "Sono d'accordo con Fico, bisogna abbassare i toni. Parte adesso la fase di confronto costruttivo con la Commissione Ue, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo", ha detto il ministro. Questa manovra, ha detto il titolare del Tesoro, è "coraggiosa". "Coraggioso -  precisa - non vuol dire impavido o irresponsabile. La stabilità finanziaria non può essere raggiunta senza stabilità sociale".

I dubbi della Ue

La Ue, intanto, attraverso la portavoce Margaritis Schinas, ha invitato l'Italia a "rimanere all'interno degli obiettivi di bilancio concordati" e, rispondendo a Matteo Salvini che ieri, 8 ottobre, aveva attaccato la politica Ue nei confronti dell'Italia, ha ricordato che "per il periodo 2015-2018, l'Italia, grazie alla Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker, ha beneficiato di 30 miliardi di flessibilità, pari all'1,8% del pil", oltre a "8,5 miliardi dal Piano Juncker" che hanno fatto scattare "48,7 miliardi di investimenti" complessivi. Inoltre dei 12 milioni di nuovi posti di lavoro creati nell'Ue sotto questa Commissione, "quasi i milione sono stati solo in Italia", ha concluso il portavoce unico dell'Ue.

I dubbi della Corte dei Conti

Sulla manovra e i suoi parametri, sempre in audizione, ha espresso qualche dubbio il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema: "Interventi a favore dei trattamenti previdenziali e delle politiche di assistenza che puntino al contrasto della povertà", spiega facendo riferimento alle misure sulle pensioni e al reddito di cittadinanza, "devono essere adottati senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria del sistema". Perplessità anche sulla traiettoria del debito disegnata nel Def: il percorso secondo Buscema "non appare rassicurante. Il quadro macroeconomico programmatico appare ottimistico". Il presidente della Corte dei Conti aggiunge poi che "il profilo di riduzione del rapporto debito/pil non è linea con la regola del debito".

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