Imprenditori veneti: “Pronti a scendere in piazza contro il governo”

Economia
Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto (Ansa)

Per Matteo Zoppas, leader regionale di Confindustria, “prima di decidere, vogliamo vedere i prossimi passi contro la precarietà delle aziende”. Le critiche all’esecutivo riguardano, soprattutto, infrastrutture, reddito di cittadinanza e Decreto Dignità

Gli industriali del Nord-Est contro il governo Lega-M5s guidato da Giuseppe Conte. Al punto da pensare a una manifestazione, magari insieme ai lavoratori. “Stiamo trattenendo tanti imprenditori che sono pronti a scendere in piazza: prima di decidere, vogliamo vedere i prossimi passi concreti di questo governo contro la precarietà delle aziende. E penso soprattutto a quelle in crisi che, se chiudessero, provocherebbero ulteriore disoccupazione e impoverimento diffuso", dichiara, intervistato da La Stampa, Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto. "Sono convinto - aggiunge - che se lo scenario degraderà, saranno i nostri lavoratori a precederci in piazza e a voler condividere con noi la protesta perché con la salute delle aziende sono in gioco anche i posti di lavoro".

Le critiche del recente passato

Non è la prima volta, inoltre, che gli imprenditori del Veneto muovono un critica forte al governo giallo-verde. Di recente gli industriali del Nord-Est si erano scagliati contro il Decreto Dignità (COS'È), definito una misura retrograda che, secondo  le loro stime, diffuse ad inizio agosto, rischierebbe di far perdere in regione circa 4500 posti di lavoro

“Preoccupazione per sentimento anti-impresa del governo”

A confermare le preoccupazioni di Zoppas c’è Luciano Vescovi, presidente di Assindustria Vicenza, che, sempre a La Stampa, confessa di ricevere “quotidianamente fax, sms, mail, telefonate che dichiarano profonda preoccupazione per il sentimento anti-impresa del governo. Preoccupazione non solo di imprenditori ma dei nostri collaboratori, che vivono l'azienda come fosse loro. Non mi sorprenderei davvero se fossimo costretti a andare in piazza, ma non saremmo soli poiché sono persuaso avremmo accanto i nostri dipendenti”. E aggiunge: "Francamente trovo offensiva, volgare, inqualificabile l'espressione che ci rivolge di continuo il ministro allo Sviluppo economico secondo cui noi saremmo dei prenditori. Il nostro giudizio sarà sulla prossima manovra economica ma soprattutto sull' atteggiamento che il governo esprime nei nostri riguardi".

Boccia aveva parlato di “imprenditori pronti alla piazza”

Di “imprenditori pronti alla piazza” aveva parlato anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sottolineando anche di aver deciso fin qui di "contenerli per senso di responsabilità". L’elenco delle lamentele degli industriali verso l'esecutivo va dalla riforma delle pensioni  al blocco infrastrutture, dall’abbattimento del jobs act, al Decreto Dignità, per finire con Ilva, Ceta e reddito di cittadinanza.

Finco, presidente di Confindustria Veneto Centro: “Non possiamo rimanere passivi”

Massimo Finco, presidente di Confindustria Veneto Centro, si dice “amareggiato e preoccupato dalla cultura anti-impresa espressa da questo governo, poiché sta danneggiando il tessuto economico e la coesione sociale. Stiamo valutando come reagire, non possiamo rimanere oltremodo passivi dinanzi alla china pericolosa che sta prendendo il Paese", dice. “Il primo atto collegiale del nuovo Governo, il cosiddetto 'decreto dignità', è a tutti gli effetti un decreto anti-dignità" per l'impresa”, afferma Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia e Rovigo.

Pedrollo, vice presidente Confindustria: “Governo rimandato a settembre”

Insomma, il malcontento serpeggia tra gli industriali veneti. Ed è per questo che Giulio Pedrollo, veronese, vice presidente nazionale di Confindustria, dovendo dare un giudizio all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, dice: “Rimandato a settembre”. Sapendo che, scrive La Stampa, “dinnanzi alla disintermediazione praticata dal governo nei riguardi delle organizzazioni di categoria, occorrerà fare alleanze inedite. Con i lavoratori”.

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