Jobs act: cos'è e come funziona

Politica

La riforma del mercato del lavoro è stata voluta dal governo Renzi nel 2014. Prevede contratti a tutele crescenti, l'abolazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e periodi di maternità più lunghi. LA SCHEDA

La riforma del mercato del lavoro, il Jobs act, è stata voluta dal governo Renzi nel 2014 e ha introdotto novità come i contratti a tutele crescenti e l’abolizione di uno dei cardini dello Statuto dei lavoratori: l’articolo 18, quello che prevede il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo. Proprio per ristabilire le complete tutele sul reintegro, la Cgil ha chiesto il referendum popolare, presentando in Parlamento una proposta di legge alternativa denominata Carta universale dei diritti. Ecco quali sono i punti della riforma Renzi.

 

Il nome - Jobs Act è l'acronimo di Jumpstart Our Business Startups Act, utilizzato negli Usa nel 2012 per denominare un intervento legislativo a favore delle piccole imprese.

 

Contratto a tutele crescenti - Dal 7 marzo 2015, qualsiasi nuova assunzione avviene con un contratto a tempo indeterminato che prevede che il reintegro nel posto di lavoro sia escluso nei casi di licenziamenti economici. Al suo posto è stabilito un indennizzo economico "certo e crescente" con l'anzianità di servizio. Questo corrisponde a due mensilità per ogni anno di servizio, con un minimo di quattro ed un massimo di 24. Resta il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per le specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato.

 

 Gli sgravi di accompagnamento - L'entrata in vigore del contratto a tutele crescenti è stata accompagnata dalle nuove norme pro-occupazione inserite nella legge di stabilità 2015, cioè dall'esonero dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per 8.060 euro e per un periodo di 36 mesi dall'assunzione. La decontribuzione è stata confermata dalle manovre economiche degli anni successivi, ma con dei limiti. Nel 2016, la durata del beneficio è scesa a 24 mesi e l'importo del bonus a 3.250 euro. Quest'anno lo stesso importo vale per tre anni in tutta Italia per l'assunzione di giovani apprendisti e stagisti, mentre al Sud sono riconosciute per giovani e disoccupati le agevolazioni del 2015.

 

L’impatto sugli occupati - Nel 2014, cioè nel primo anno di governo Renzi, il tasso di disoccupazione era di circa il 13% e quello giovanile ondeggiava sul 43%. Ma, nel 2015, la disoccupazione è scesa fino all'11,5% e quella tra i 15 e i 24 anni si è assestata sotto il 40%. Secondo l'Inps, le assunzioni a tempo indeterminato avvenute grazie agli sgravi sono state nel 2015 oltre un milione e mezzo, quasi i due terzi del totale. Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso ulteriormente fino alla primavera 2016 (sotto il 37%), ma è poi aumentato alla fine dell'anno con il 39,4% di novembre. In crescita anche il tasso di disoccupazione generale, di nuovo vicino al 12% (11,9% a novembre). Questo indicherebbe  che gli sgravi contributivi, depotenziati, stanno avendo meno effetto.

 

La nuova indennità di disoccupazione - La Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego) è in vigore da maggio 2015. Chi perde il lavoro e ha almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni ha diritto a ricevere ill sussidio (fino a 1.300 euro mensili). L'erogazione è condizionata dalla partecipazione del disoccupato a iniziative di attivazione lavorativa o di riqualificazione professionale. Per i collaboratori, invece, arriva la Dis-Coll che dura sei mesi e presuppone tre mesi di contribuzione. Quando la Naspi scade e chi ne beneficiava non ha ancora trovato impiego, ed è in una condizione "economica di bisogno", si è previsto per sei mesi l'Asdi, cioè l'assegno di disoccupazione.

 

Periodo di maternità più lungo - Con la riforma, il congedo parentale facoltativo parzialmente retribuito (al 30%) passa da tre a sei anni del bambino, mentre quello non retribuito sale da otto a 12 anni, e questo vale anche nei casi di adozioni e affidamenti. 

 

Cig più breve ma con platea allargata - La durata della Cig, sia ordinaria che straordinaria, viene limitata a 24 mesi in un quinquennio mobile. Il tetto puotrà salire a 36 mesi con il ricorso esclusivo ai contratti di solidarietà. Allo stesso tempo, gli ammortizzatori sociali vengono estesi alle piccole imprese oltre i cinque dipendenti e cioè a 1,4 milioni di lavoratori prima esclusi.

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