Ecco cosa dice il contratto di governo Lega-M5S riguardo alle pensioni

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Il tema, che potrebbe creare tensioni nell’esecutivo gialloverde, è trattato in due capitoli: 17 e 26. Nel primo si parla di abolizione della legge Fornero, “quota 100” e “opzione donna”. Nell’altro si prospetta il taglio alle pensioni d’oro sopra i 5mila euro

Il tema pensioni potrebbe creare tensioni all’interno dell’esecutivo. “Si va avanti. Se qualcuno vuole dire che il contratto di governo non bisogna attuarlo, lo dica chiaramente”, ha tuonato il vicepremier - e capo politico del M5S - Luigi Di Maio. Il riferimento è alle parole di Alberto Brambilla, consigliere del leader della Lega Matteo Salvini, che ha criticato la proposta di legge gialloverde che riguarda il taglio alle pensioni d'oro. “Nel contratto di governo abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d'oro. Lo abbiamo promesso e non ci rimangeremo questa promessa”, ha ribadito Di Maio. Ma cosa dice esattamente il contratto gialloverde (IL TESTO) sulle pensioni?

Il capitolo 17 del contratto: “Pensioni. Stop legge Fornero”

Al tema è dedicato il capitolo 17, a pagina 33 del contratto, intitolato: “Pensioni. Stop legge Fornero”. Nel testo si legge che “occorre provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma” Fornero, “stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse”.

La “quota 100”

Nel contratto, poi, si parla della cosiddetta “quota 100”: l’obiettivo, si spiega, è dare “fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti”.

Riordinare il sistema del welfare

M5S e Lega, lo scorso maggio, avevano messo nero su bianco anche la necessità di “riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza”. “Prorogheremo la misura sperimentale ‘opzione donna’ che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili”, si legge ancora alla fine del capitolo 17.

Il taglio alle pensioni d’oro sopra 5mila euro

Il tema pensioni, poi, è trattato a pagina 48, nel capitolo 26. È intitolato: “Tagli dei costi della politica, dei costi delle istituzioni e delle pensioni d’oro”. “Riteniamo doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi”, si legge. E si evidenzia la necessità di “ricondurre il sistema previdenziale (dei vitalizi o pensionistico) dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti e i dipendenti degli organi costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato”. Infine, sulle pensioni d’oro si precisa: “Per una maggiore equità sociale riteniamo altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati”.

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