Dopo la tragedia di Genova e la bufera politica, la società che controlla Autostrade per l’Italia brucia 4 miliardi a Piazza Affari. La posizione del governo sulle concessioni spaventa tutto il settore: in rosso Sias, Astm e Autostrade Meridionali
Il crollo del ponte Morandi a Genova (LIVEBLOG - FOTO - VIDEO - LE VITTIME) si ripercuote anche sui mercati. Atlantia, la società che controlla al 100% anche la partecipata Autostrade per l’Italia, chiude a Piazza Affari in calo del 22,26% a 18,3 euro dopo una seduta costantemente sotto pressione. Nella seduta di oggi sono stati bruciati 4,2 miliardi di capitalizzazione che ora si attesta a 15,2 miliardi. Sostenuti anche i volumi di scambi con 33 milioni di pezzi passati di mano, ben oltre la media delle settimane scorse. In apertura addirittura Atlantia è entrata agli scambi a Piazza Affari in ritardo, dopo non essere riuscita a fare prezzo in avvio di seduta. La posizione del governo sulle concessioni spaventa tutto il settore autostradale che chiude in rosso con Sias (-7,3%), Astm (-10,5%) ed Autostrade Meridionali (-2,9%). La Borsa di Milano ha chiuso in calo dello 1,83%
I motivi del crollo
La tragedia di Genova ha innescato un’ondata di polemiche politiche contro la società, il cui maggiore azionista è la famiglia Benetton, che gestisce gran parte della rete autostradale italiana e ha la concessione per il tratto dove si è verificato il cedimento. Il governo ha annunciato di avere avviato la procedura per la revoca delle concessioni e pesanti multe. I ministri Toninelli e il vicepremier Di Maio hanno chiesto le dimissioni dei vertici ma la società si difende e annuncia: “Noi corretti e lo dimostreremo, il viadotto era monitorato con cadenza trimestrale e con apparecchiature specialistiche e con società leader al mondo, pronti a ricostruire tutto in 5 mesi".